Politica
10.02.2017 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Dadò contrattacca, «l'UDC sta ricattando tutti i ticinesi. Vergognoso!»
Il PPD su Facebook scrive che «la politica è una cosa seria, il suo presidente ribatte a Marchesi: «i nostri votano ciò che vogliono, non quello che dicono lui o il suo partito». E Regazzi e Lombardi sono d'accordo
BELLINZONA - Un annuncio che ricorda i tempi in cui ci si scambiavano le figurine: ovvero, uno che fa sorridere. «Lo stesso è capitato a noi ieri sentendo la proposta UDC. La politica è una cosa seria caro Piero Marchesi, non uno scambio e tanto meno un gioco. La proposta del PPD è lì sul tavolo e se l'UDC ne condivide le finalità la nostra mano è tesa. Ma non accettiamo compromessi, giochini o roba simile! Chiaro?», si legge sul profilo Facebook del PPD.
Insomma, l'apertura dell'UDC, disposto a sostenere il referendum dei Cantoni a condizione che i rappresentanti ticinesi del PPD alle Camere cambino idea e che Lombardi ottenga il supporto di tutti i pipidini.
«L’UDC non sta ricattando il PPD, ma tutti i ticinesi, ed è vergognoso. Avrebbero dovuto essere in prima fila a lanciare un referendum sul 9 febbraio», ha attaccato il presidente pipidino Forenzo Dadò, intervistato dal Giornale del Popolo. «Noi andiamo in Parlamento per tutelare la volontà degli 83mila ticinesi che hanno detto sì all’iniziativa sul 9 febbraio. Chi non vuole dare la parola al popolo e chi vuole defilarsi, dovrà risponderne», ha aggiunto, ricordando il motivo della volontà di lanciare un referendum, ovvero quella di far tornare alle urne il popolo su un tema tanto sentito.
A suo avviso, l'UDC predica bene ma razzola male, e ricorda due votazioni: la proposta del Consiglio federale che prevedeva l’obbligo di segnalazione alla magistratura dei pedofili e il mancato appoggio alla moratoria sugli studi medici.
Anche ai microfoni di Teleticino, Dadò se l'è presa con il presidente democentrista Marchesi, «devo anche stendergli un tappeto rosso e invitarlo a cena? I nostri deputati votano ciò che vogliono, non devono certo dirlo lui e l'UDC».
E anche Filippo Lombardi e Fabio Regazzi si sono detti pronti a proseguire sulla loro linea.