POLITICA
Al via l'anno di presidenza di Bertoli. "Non ci sono solo permessopoli e il caso Argo 1. L'amministrazione sapeva del mandato, l'errore è stato non segnalarlo"
Oggi il socialista ha preso il timone da Beltraminelli. "I mandati diretti sono certamente perfezionabili. Non scordiamoci però scuola, accordo sui frontalieri, finanze e strategia energetica"
BELLINZONA – Non è decisamente un periodo felice per il Governo ticinese, scosso dagli scandali legati a permessopoli e a Argo 1. Manuele Bertoli da oggi è il Presidente del Consiglio di Stato, dopo Paolo Beltraminelli: il Corriere del Ticino lo ha intervistato, toccando anche i temi caldi.

Non pensa che i due casi renderanno più difficile il suo anno di presidenza, o almeno “dipenderà da che cosa uscirà dalle verifiche”. Il suo Dipartimento non  è toccato direttamente, e questo è certamente un vantaggio per lui.

Parla di un clima buono, “nonostante le polemiche sui media. C’è una volontà comune di fare chiarezza e di affrontare con oggettività le questioni ancora aperte”.

In ogni caso, si attendono gli esiti delle indagini delle Commissioni. Per esempio, sul caso permessopoli sono tre le inchieste in corso: quella della Magistratura, l’audit chiesto dal Governo e la Sottocommissione coordinata da Alex Farinelli. Per Bertoli, non sono troppe, poiché “rispondono a tre criteri diversi. Quella della magistratura serve a capire se vi sono stati reati penali, quali e con che responsabilità, la nostra serve a capire dove sono i buchi eventuali nel sistema amministrativo, quella del Gran Consiglio risponde a esigenze di vigilanza”.

Difende il collega Beltraminelli, che a suo dire ha ben spiegato cosa accaduto nel caso Argo 1, anche se “attendiamo il rapporto del Controllo Cantonale delle finanze per capire se le risposte sono confermate e se tutto è stato sviscerato”. L’inchiesta amministrativa chiesta dal suo stesso partito, il PS, ha senso a suo avviso solo dopo aver conosciuto le conclusione delle verifiche effettuate, anche se “andrà trovata una modalità di collaborazione col Gran Consiglio, per evitare che il Governo si dichiari pronto a concludere l’iter mentre il Gran Consiglio chiede nuovi approfondimenti”.

Il caso Argo 1 ha messo in evidenza qualche problema nel campo dei mandati diretti, che sono per Bertoli “perfezionabili”, pur evitando “una burocrazia elefantiaca, costosa e autoreferenziale”. Infine, specifica che il mandato all’agenzia di sicurezza privata, era conosciuto dall’amministrazione, che ha regolarmente pagato le fatture. L’errore è stato “la mancata segnalazione pubblica”. Da qui, derivano tre temi politici: “quello del potenziale favoritismo, quello del potenziale prezzo più alto del normale e quello della non pertinenza del mandato”.

Lì si dovrà lavorare, ma non solo. Bertoli come temi del suo anno cita anche l’accordo fiscale sui frontalieri, oltre che la riforma fiscale delle imprese e la strategia energetica, oltre ovviamente alla scuola, un suo dossier, senza scordare le finanze.

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