Politica
04.10.2017 - 13:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
"Nessuno ha chiesto a Beltraminelli un passo indietro". Dal perito ai gruppi di lavoro sino al lavoro della Magistratura, ecco le decisioni del Governo sul caso Argo 1
In una conferenza stampa, sono state illustrate le misure prese. L'ex Procuratore Pubblico Marco Bertoli, assieme a Catenazzi, indagherà sull'offerta iniziale, sui suo requisiti, sul personale utilizzato e sui controlli. Il Consiglio di Stato diventa accusatore privato
BELLINZONA – C’era grande attesa nell’aula del Gran Consiglio per le decisioni che il Governo avrebbe annunciato sul caso Argo 1. Quella principale è che nessuno ha chiesto a Paolo Beltraminelli di fare un passo indietro, come volevano i socialisti, perché “i fatti contestati e la situazione attuale sono distanti nel tempo e diversi, non collegabili”. Lo stesso Ministro non intende lasciare la direzione del DASF (Divisioni dell’azione sociale e delle famiglie).
A prendere la parola per primo è stato Manuele Bertoli, presidente del Consiglio di Stato. “Abbiamo deciso di presentarci quali accusatori privati, soprattutto per poter avere accesso ai documenti della magistratura, cosa che ora non abbiamo”. Potevano farlo prima, chiedono poi i giornalisti? Per i Ministri, avrebbe avuto poco senso, dato che ancora si sta indagando.
Bertoli ha poi cercato di mettere ordine nell’intricata vicenda, ricordando punto per punto che cosa è emerso, che cosa si sospetta, e che cosa è stato deciso. Ricorda prima di tutto che vi è stata una procedura sbagliata, “dove mancavano la delega e la risoluzione governativa. È stato riconosciuto l’errore, quindi non vi saranno ulteriori accertamenti, ma si cercherà di capire cosa è successo da lì in poi. È stata aumentata la sensibilizzazione in tutta l’Amministrazione per quanto concerne il conferimento di deleghe, si sono alzate le antenne e ci sono state delle verifiche in ogni Dipartimento. Il DFE sta lavorando per una nuova direttiva tecnica per il controllo delle procedure di pagamento, che avrebbero potuto dirci che qualcosa non andava. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro che analizzi i rischi in seno all’Amministrazione, attendevamo un rapporto per settembre, ma abbiamo prolungato i tempi sino a Natale”.
La violazione sulla legge delle commesse pubbliche è già stata accertata, così come il fatto che il mandato è stato assegnato direttamente e invece sarebbe dovuto essere messo a concordo: “anche qui gli errori e le responsabilità politiche sono state ammesse”, spiega Bertoli. “Abbiamo istituito un gruppo di lavoro sui mandati, abbiamo già in mano un rapporto. Nel 2016, ci sono stati un potenziamento e uno splitting, dividendo vigilanza e competenza in merito a questo settore, mentre il mandato ora a concorso ma tutto è fermo per un ricorso”.
Sia la Argo 1 che le persone che ne avevano fatto richiesta avevano ottenuto le autorizzazioni necessarie secondo la LAPIS, quindi non si indagherà ulteriormente.
Ma il Governo ha comunque deciso di nominare un perito esterno, l’ex Procuratore Pubblico Marco Bertoli, che sarà assistito dal consulente giuridico del Consiglio di Stato Catenazzi, per far luce su quattro punti. “Si tratta dell’offerta, che risultava vantaggiosa e multi prestazionale, presentata ai tempi da Argo 1, dello stabilire se la ditta adempieva ai requisiti necessari dopo i quattro mesi di prova, dei controlli (ovvero, erano preannunciati?), e del personale diverso da quello autorizzato che forse veniva usato, dato che il Controllo Cantonale delle finanze ha già detto che le fatture presentate erano corrette ma viene messa in dubbio la plausibilità di chi ha lavorato durante quelle ore”.
Manuele Bertoli ricorda poi che anche la Magistratura è al lavoro, e che le sue competenze non vanno confuse con quelle del Consiglio di Stato, che per esempio non può interrogare persone esterne all’Amministrazione. Il potere giudiziario sta indagando sui reati di truffa (sottrazione di denaro attraverso fatture da parte di Argo 1), reati legati ai funzionari (un’eventuale corruzione, per cui non si hanno aperture di fascicoli), riciclaggio, lavoro nero e reati fiscali (questi due ambiti potrebbero dar il via a eventuali decisioni amministrative).
Infine, il Consiglio di Stato allargherà, come richiesto, l’inchiesta amministrativa, mentre non può dire nulla in merito alla possibile commissione d’inchiesta parlamentare.