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Lega, ha vinto l'ala istituzionale. "Ma non si sarà nessuna frattura, il dialogo interno c'era prima e ci sarà ancora"
Zali precisa che non cambierà nulla. Boris Bignasca sottolinea la necessità di far convivere le esigenze del Governo con quelle di un movimento nato per combattere burocrazia e tasse
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LUGANO – Il risultato della votazione sulla tassa sul sacco era attesa come banco di prova in casa Lega: l’ala barricadiera, quella contraria a tasse e balzelli in modo duro e puro, avrebbe avuto la meglio sull’ala più istituzionale?

Boris Bignasca e i suoi, promotori del referendum che ha mandato tutti alle urne, escono sconfitti da questa domenica di votazione. Qualche ora prima dei risultati, il gran consigliere su Facebook aveva ringraziato tutto coloro che avevano sostenuto il no, dedicando la difficile battaglia al padre Giuliano (con cui pubblica una foto). “Comunque vada a finire abbiamo dato un segnale forte contro le tasse e la burocrazia. Continueremo a combattere a favore del ceto medio e dei ticinesi sempre più tartassati”.

Interpellato da Radio 3iii dopo il risultato, Bignasca ha specificato la necessità di conciliare le esigenze del Governo con quelle di un movimento che, ribadisce, è nato per “combattere la rotta contro tasse e burocrazia”.

Ma questo non significa, secondo il Consigliere di Stato Claudio Zali, una rottura all’interno del Movimento di via Monte Boglia. “Il dialogo interno c’è sempre stato e ci sarà. Non ho dubbi che questo voto non rappresenta un momento di rottura. È un oggetto che abbiamo votato, la Lega continua serenamente il proprio cammino, ne discuteremo alla prossima occasione”, ha detto anch’egli a Radio 3iii.

Dal canto suo, è contento del voto: a suo avviso, dove la tassa esisteva già è stata confermata, mentre dove non c’era lo scetticismo non è riuscito ad avere la meglio. Mentre Lugano è un caso a sé, “perché i cittadini avevano la sensazione di non pagare, perché non esiste una tassa apposita e il prelievo è contenuto nelle imposte comunali”.

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