Politica
27.05.2017 - 15:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
La possibile futura vice segretaria ONU, avversata dal Partito Comunista e dall'Associazione Palestina. Chi è Tzipi Livni, domani ospite a Lugano
Dopo Galeazzi e Quadri, anche Regazzi si schiera contro Ay, il quale insiste sulla sua posizione. L'ex Ministra, "parlerò di valori condivisi ma anche di quelli che non lo sono fra Israele e Ticino"
LUGANO – L’arrivo di Tzipi Livni a Lugano, nell’ambito dello “Swiss Israeal Day” ha provocato un vero terremoto. Sarà ospite domani, quando sarà intervistata da Marcello Foa, ma già oggi l’Associazione Svizzera Palestina ha organizzato un presidio di protesta contro colei che viene ritenuta “una donna senza scrupoli che ha fatto carriera nel Mossad”. Anche la manifestazione in sé non piace, e i palestinesi in Svizzera non comprendono chi “si sente in dovere di partecipare ogni anno alla manifestazione e fare anche la riverenza”.
Il Partito Comunista aveva chiesto al Consiglio di Stato di fare di Livni una persona non gradita sul territorio, ricevendo le risposte secche di Quadri e Galeazzi.
Anche Fabio Regazzi, Consigliere Nazionale del PPD, ha dato torto ad Ay, scrivendo su Facebook: “Massimilano Ay, colui che tanto per intenderci non ha mancato di esprimere parole di ammirazione e stima per un dittatore sanguinario come Kim Jon-un oppure per il regime di Fidel Castro, vorrebbe che Tzipi Livni fosse dichiarata persona non grata in Ticino. Nessuna obiezione per contro sul fatto che -ad esempio - l'ex terrorista di Prima linea Maurizio Rotaris, condannato in Italia per reati gravissimi, venga intervistato alla RSI, non una bensì due volte. Va bene essere comunisti, ma questo non esclude un minimo di coerenza”.
Ay dal canto suo ha risposto, spiegando che il fatto che l’evento sia sponsorizzato da Banca Stato ha a suo avviso il suo peso, e che Curcio è stato ospitato solo dopo aver scontato la sua pena. Ho letto che c’è chi paragona l’ex-ministra israeliana che farà visita in Ticino, patrocinata anche da BancaStato, ad un ex-brigatista arrivato nel nostro Cantone in passato. "Premesso che il Partito Comunista non ha naturalmente alcuna simpatia per le Brigate Rosse (che - non scordiamocelo - hanno assassinato anche operai e comunisti!), la persona in questione è arrivata in Ticino su iniziativa privata, senza sponsorizzazioni pubbliche e comunque solo dopo essere uscito da 25 anni di carcere in cui era finito per “concorso morale in omicidio non premeditato”; la signora Livni è accusata invece di un reato estremamente pesante, come appunto quello di crimini di guerra, e ciò dalla giustizia del Belgio da cui lei sembra voler fuggire. E’ solo questo il dato politico che andrebbe preso in considerazione per valutare l’opportunità che il logo della nostra banca cantonale compaia al fianco del nome di questa persona. E invece leggo reazioni quasi isteriche a riguardo, con tanto di insulti personali, che denotano una imbarazzante subalternità agli interessi (economici e militari) di Tel Aviv. C’è poi chi afferma che si tratta di “problemi grassi”… come se la lotta per la pace e contro il razzismo fossero poco importanti, ma soprattutto non capendo - ed è un problema serio anche di indipendenza - che esiste una parte non indifferente dell’economia svizzera che subisce i diktat del grande capitale sionista (senza parlare dell'esercito)".
La discussione è poi scivolata su Corea ("sosteniamo la sovranità delle nazioni e la convivenza pacifica fra sistemi sociali diversi. Nel caso coreano prendiamo atto che gli USA, potenza nucleare (perché loro possono!), da mezzo secolo stanno occupando la Corea del Sud, per impedire che le due Coree dialoghino: noi difendiamo invece l’unificazione pacifica della penisola coreana", ha scritto Ay), e sull'Ucraina, dove i comunisti sostengono "gli antifascisti che tutelano il popolo del Donbass", ma c'entra poco con l'argomento.
L’ex Ministra israeliana, intanto, intervistata da TeleTicino, ha detto che parlerà dei valori condivisi fra Ticino e Israele, ma anche di quelli che non lo sono, e che incontrerà Christian Vitta. “Dobbiamo rafforzare le relazioni fra i due paesi, e possiamo farlo grazie al nostro kown how e alle start up, nel settore hit tech”, ha detto.
Ha risposto anche a domande di ordine più generale, come la questione palestinese e il terrorismo. “Ritengo che la soluzione ideale siano due stati per due popoli, ed ora c’è un ostato arabo moderato, oltre ad un presidente americano cui non si può dire di no”. Insomma, i tempi potrebbero essere maturi, mentre vede il terrorismo come “una guerra dei musulmani contro i loro stessi moderati: non siamo disposti a cambiare i nostri valori per loro”.
Ma chi è, esattamente, Tzipi Livni? Nata in seno ad una famiglia sionista e di destra, da sempre, come ha detto nell’intervista, desidera due stati per Israele (che desidera come stato ebraico e democratico) e Palestina. Ha ricoperto i ruoli più importanti del Governo, entrando nelle classifiche delle donne più influenti del mondo. A quanto pare, che il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha offerto a Livni il posto di sottosegretario generale delle Nazioni Unite .
Nonostante dunque la sua posizione di spicco in Israele, a non piacere ai comunisti è l’accusa, da parte di diverse organizzazione internazionali e in particolare palestinesi, di crimini di guerra, per aver fatto parte del Governo israeliano durante l’attacco a Gaza nel 2008/09, che ha causato la morte di 1'314 palestinesi. La donna ha paura a recarsi in alcuni paesi per timore di essere arrestata. La Svizzera non vi fa parte, nonostante il desiderio di Ay.
Intanto, le polemiche probabilmente hanno messo l’accento sulla manifestazione, rendendola nota al grande pubblico: una pubblicità non desiderata, ma arrivata.