BELLINZONA – Il caso Tuto Rossi, ovvero l’infelice video del consigliere comunale di Bellinzona che auspicava dei centri migranti in Valle di Blenio per “mischiare” gli abitanti della Valle con gli stranieri per renderli meno testoni, è arrivato forse nel momento peggiore per l’UDC.
Il partito solo un paio di giorni prima aveva lanciato ufficialmente la sfida al PS per un seggio in Consiglio di Stato, e sebbene per i nomi bisognerà attendere ancora qualche settimana, erano cominciate a circolare le prime indiscrezioni. Le forza al momento sono concentrate sulla votazione ritenuta fondamentale del 25 novembre per l’autodeterminazione.
Non era passata inosservata nemmeno la presenza all’appuntamento di sabato di Norman Gobbi, tesserato UDC, e la secca smentita del Mattino della volontà di Blocher di un’alleanza elettorale non è bastata a far tramontare l’ipotesi, avvalorata da qualche media, che essa possa avvenire nonostante il comunicato di qualche settimana fa.
Il caso Rossi è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Secondo nostre fonti, il più dispiaciuto e infuriato è il presidente Piero Marchesi, che inizialmente si era trincerato dietro un no comment e non ha ancora detto la sua espressamente poiché, dopo aver parlato con l’avvocato bellinzonese, ha deciso di di attivare la commissione disciplinare prevista dagli statuti dell’UDC Ticino (art. 13) e che non saranno rilascate dichiarazioni.
Marchesi ha la madre che è patrizia di Prugiasco, quindi è particolarmente legato a una valle che sente sua. Unico esponente democentrista a dire qualcosa della vicenda, ha postato sui social un’immagine, senza commento, relativa alla Valle di Blenio.
La alleghiamo all’articolo, si vede la montagna con la neve e il sole, ed è indicato il sito internet della Valle. È un modo di esprimere solidarietà a chi è rimasto offeso dal video di Rossi, indipendentemente da quali saranno i provvedimenti nei suoi confronti.