POLITICA
I "Tabù" per la campagna comunista. In campo una lista giovane
I candidati sono Ay, Cappelletti, Casella, Ferrari e Lucchini. Presentato anche un articolato programma, suddiviso in cinque macro capitoli

BELLINZONA – Dopo i Verdi, anche il Partito Comunista presenta i suoi cinque candidati al Consiglio di Stato. Dopo che le varie alleanze con altri movimenti di sinistra non sono andate in porto, il PC ha deciso di presentarsi solo e ha messo in lista l’attuale gran consigliere Massimiliano Ay, il consigliere comunale luganese Edoardo Cappelletti, quello di Capriasca Zeno Casella, la Municipale di Serravalle Lea Ferrari e il consigliere comunale di Bellinzona Alessandro Lucchini.

Il programma si chiama “Piano Tabù”, “quello che nessuno osa proporre!
Si sviluppa su cinque punti di “rinnovamento”: economico, sociale, ambientale, democratico e culturale.

“Il potere d’acquisto così come le condizioni di lavoro continuano a peggiorare, gli accordi bilaterali con l’Unione Europea hanno liberalizzato il mercato, favorendo il precariato e il dumping salariale. L’economia nelle mani di un padronato privo di qualsiasi sensibilità sociale e interessato unicamente ai propri profitti sul corto periodo, arranca invischiata in clientelismi vergognosi. C’è bisogno di un rinnovamento che preveda più Stato e meno mercato, che garantisca diritti ai lavoratori impoveriti, ma che dia fiato anche agli artigiani, ai commercianti e piccoli imprenditori che non reggono la concorrenza sleale del grande capitale transnazionale”, si legge in merito alla questione economica.

Per il sociale,”è giunto il momento di immaginare una società diversa, a misura di cittadine e cittadini senza alcun tipo di distinzione. Ciò significa garantire i diritti fondamentali: una scuola di qualità, delle cure sanitarie accessibili a tutti nel rispetto dei pazienti e dei lavoratori, dei piani di alloggio pubblici che garantiscano a tutti una casa dignitosa e combattano la speculazione edilizia e il caro affitti; dei diritti chiari e definiti per gli studenti, gli apprendisti, e le persone in formazione. Non è più possibile pensare la società come un insieme di compartimenti stagni: il benessere sociale della popolazione deve estendersi dalla salute al lavoro, dalla formazione alle cure, dall’assistenza agli alloggi, dalla possibilità di intessere relazioni sociali soddisfacenti a un servizio pubblico che si faccia garante di eguali possibilità e della sicurezza sociale”.

Per quanto concerne la parte ambientale, “inostro benessere psico-fisico è garantito da un ambiente non inquinato, verde, fresco, a misura d’uomo, che offra spazi per il tempo libero. Vogliamo conservare le risorse naturali del nostro territorio, renderle accessibili alla popolazione, che possa trarne beneficio e sostentamento. Vogliamo un'agricoltura rispettosa dell'ambiente e della ruralità tradizionale, che valorizzi la ricchezza sociale, culturale e genetica, sottolineando la peculiarità e unicità del territorio e dei suoi prodotti. Un territorio gestito in modo sostenibile nutre e garantisce la salute della propria popolazione con ricadute tangibili sull'economia. Solo unendo la questione sociale a quella ecologica si riuscirà a costruire una società armonica e sostenibile che superi il degrado determinato dallo sfruttamento capitalistico”.

“Di fronte allo scollamento tra istituzioni e popolazione, che pericolosamente si accompagna e si intreccia alle avvisaglie d'una crisi sociale, occorre restituire alla politica credibilità e prossimità ai problemi quotidiani. In tal senso è fondamentale promuovere attivamente la partecipazione popolare nel dibattito civile e perciò nell'elaborazione del “Ticino di domani”. Tale obiettivo, però, può essere raggiunto solo garantendo alcuni fondamentali presupposti: la tutela dell'associazionismo; la presenza di un servizio pubblico capillare che non rispondi ai principi di redditività; il pluralismo democratico e la diversità e la qualità dei contenuti; l'integrità dell'amministrazione e degli enti pubblici; l'adeguamento delle modalità di funzionamento delle istituzioni alle nuove sfide e alle nuove circostanze storiche”, scrive il PC riguardo alla questione della democrazia.

E infine, “la pace, il rispetto reciproco, la conoscenza del diverso, la consapevolezza delle proprie radici si costruiscono anche a partire dalla cultura. Con le nostre proposte tocchiamo temi trasversali il cui scopo comune è volto all’inclusione, alla vivacità intellettuale e al superamento dei pregiudizi. Nel concreto vogliamo mettere a disposizione di tutta la popolazione gli strumenti per relazionarsi e interpretare le culture dei paesi emergenti (BRICS), per sviluppare i propri interessi, per valorizzare il patrimonio culturale locale in termini di storia e di artisti, per superare i limiti sociali e familiari che ingabbiano ancora la donna”.

Alleghiamo il programma completo.

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