BERNA – L’altro giorno, durante la seduta della Camere federali che si è svolta negli spazi fieristici di BernExpo, alcuni deputati, stando al Blick, hanno celebrato il post discussione con un festino. Il problema? Ovviamente, le misure di contenimento del virus.
Tra i 50 e i 100 politici di vari schieramenti si sarebbero ritrovati al bar del centro, che è ancora chiuso, non rispettando la distanza sociale. Alle 23.30 sarebbe intervenuta addirittura la Polizia.
Insomma, si predica bene e si razzola male? Due rappresentanti ticinesi in questi giorni hanno detto la loro.
“No, non c’ero al “festino”. No, non so se erano presenti deputati ticinesi. No, non so se quella sera ci si è sempre attenuti ai 2m di distanza.”, scrive la Verde Greta Gysin. “Riconosco però alle colleghe e ai colleghi il diritto di avere fame la sera dopo 14.5h di seduta. Coi ristoranti chiusi e alle 22.30 non c’era altro posto dove consumare qualcosa, se non nella mensa del Bernexpo. Dai racconti dei colleghi, deduco che i fatti come esposti dal Blick sono fuorvianti ed esagerati. Mi chiedo perché certi giornalisti si preoccupino più di quello che fanno i deputati al termine delle sedute, piuttosto che a quanto si discute e decide in aula”, prosegue. “Perché abbiamo deciso 57 miliardi di aiuti. Abbiamo preso decisioni importanti, come gli aiuti agli asili nido e la necessità di una base legale per la famosa app di tracciamento. Abbiamo preso decisioni scellerate, come gli aiuti all’aviazione senza obiettivi climatici o la libertà di versare dividendi pur avendo goduto degli aiuti della collettività”, riassume.
E attacca: “Ci sono cose più importanti che non 50 deputati che mangiano un panino e bevono un bicchiere di vino. Parliamo di lotta al coronavirus, dell’economia in crisi, dell’occasione unica che abbiamo per cambiare in meglio la nostra società. Questo circo mediatico e la ricerca dello scandalo ad ogni costo, non porta davvero niente a nessuno”.
Sul Mattino anche Lorenzo Quadri ha detto la sua, con toni un po’ diversi. “Io non c’ero a questo party e non so cosa sia successo, ma una cosa l’ho notata: durante la sessione, quasi nessuno manteneva le distanze sociali. Durante le pause pranzo i parlamentari si ammucchiavano nell’area bar creando assembramenti. Ed a portare la mascherina eravamo solo in tre o quattro”, spiega. “Non è così che si dà l’esempio alla popolazione. Se vogliamo che le attività economiche ripartano - e dobbiamo volerlo, perché non abbiamo alternative - le prescrizioni di sicurezza vanno imperativamente osservate. Anche se sono poco pratiche o fastidiose”.