BELLINZONA - Giornata tutto sommato positiva per il PLR, che saluta con gioia il no all'iniziativa dell'UDC, il sì al congedo di paternità (risultati scontati sin dalle prime proiezioni) e quello ai caccia, mentre si rammarica del no alle deduzioni fiscali per i figli e per la legge sulla caccia.
"Il PLRT saluta l’esito del voto sull’iniziativa contro gli Accordi bilaterali sul piano nazionale, perché indica chiaramente la strada da seguire negli anni a venire nelle relazioni con il nostro principale partner commerciale, l’Unione europea. Un no all’adesione, così come voluta dalla sinistra, ma un chiaro no all’isolamento sostenuto dalla destra", si legge in una nota. Qualche parole va dedicata al risultato ticinese: "Un sì comunque moderato, che deve portare il Cantone e la Confederazione a rispondere in modo concreto alla forte pressione sul mercato del lavoro quale cantone di frontiera, in particolare per quanto riguarda la sostituzione di lavoratori indigeni e la pressione sui salari in specifici settori economici".
Un voto che per i liberali non è una sorpresa, sebbene meno netto del previsto. "Siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà di molti ticinesi e di numerose aziende causa la forte pressione proveniente da sud. Sono problematiche da risolvere con proposte concrete a Berna e non con “segnali” che non portano ad alcun risultato tangibile. Nello specifico, appare quanto mai necessario e urgente proporre un potenziamento mirato in specifici settori economici delle misure di accompagnamento agli accordi in vigore. Riscontriamo un problema di salari? Combattiamolo con gli stumenti che da sempre la Svizzera conosce: i contratti collettivi di lavoro (CCL). E soprattutto procediamo con la disdetta dell’Accordo sui frontalieri datato 1974 e chiedendo al CF Maurer di indennizzare il Ticino per gli evidenti svantaggi quale Cantone di confine. Il Ticino non può essere lasciato solo. Con la presidenza ticinese dell’UDC
nazionale ci aspettiamo passi concreti nelle prossime settimane! Serve maggior determinazione nel superare un accordo sui frontalieri manifestamente obsoleto molto problematico per il Ticino", lanciano così un messaggio a Chiesa.
Alex Farinelli, consigliere nazionale, commenta: “Penso che oggi il Ticino dia un doppio segnale a Berna: da un lato con percentuali chiaramente minori rispetto al passato nel sostegno a questa iniziativa si segnala un Ticino che ha a cuore le sorti della Svizzera e sostiene gli attuali accordi con l’UE: dall’altro comunque emerge il segnale alla Confederazione della necessità di
trovare soluzioni adatte per il Ticino, che vive certamente una situazione più problematica e particolare”.
Con il SI all’acquisto di nuovi aerei da combattimento, per il PLR "la popolazione svizzera ha confermato oggi, anche se di strettissima misura, la validità dell’impostazione del nostro sistema integrato di sicurezza, dove tutti gli attori - esercito ed aviazione militare inclusi - rivestono una grande importanza. Questa decisione permetterà di sostituire l’attuale flotta ormai giunta a
fine servizio e garantire a lungo termine la sicurezza del nostro Paese, rafforzando la nostra neutralità. È una decisione importante anche considerando l’importanza dell’aviazione militare in Ticino, culla della formazione dei piloti a livello nazionale con il centro d’addestramento di Magadino. Il piano di smantellamento della sinistra che conferma la volontà di abolire definitivamente il nostro esercito è quindi fallito, almeno per oggi, Ma attenzione: a novembre saremo nuovamente a chiamati su una proposta promossa dal Gruppo per una Svizzera senza Esercito": dunque, si torna subito in campagna elettorale.
Soddisfazione per il sì al congedo parentale, mentre c'è rammarico per la bocciatura delle maggiori deduzioni per i figli nell’ambito dell’imposta federale diretta: "Il voto rappresenta un
rallentamento nel processo di miglioramento della conciliabilità tra lavoro e famiglia in Svizzera. Un passo indietro a cui bisognerà presto porre rimedio con nuove misure incisive, a favore soprattutto del ceto medio".
Dispiace anche il no alla revisione della legge sulla caccia: "Si è persa una buona occasione per dotare la Svizzera di una legge progressista che avrebbe garantito più sicurezza per gli animali, la natura e l’uomo con una maggior responsabilizzazione dei Cantoni. Non a caso la legge era sostenuta soprattutto da chi vive tutto l’anno a contatto con la natura, ma è stata
respinta in primis dalle realtà urbane. Si tratta di un dossier a cui la politica dovrà tornare a mettere mano".