BELLINZONA – “Basta annunci di lavoro con la chiara richiesta di manodopera estera”. Lo chiedono a gran voce i deputati leghisti Stefano Tonini e Massimiliano Robbiani con un’interrogazione al Consiglio di Stato.
“Prima dello scorso 27 settembre, quando il popolo si apprestava a votare l’iniziativa “Per un’immigrazione moderata” – si legge nell’atto parlamentare –, il mondo politico di centro, di sinistra, e quello dai colori più variegati aveva promesso soluzioni brillanti e miracolose per rafforzare il mercato del lavoro svizzero e in particolare ticinese, a tutela della popolazione residente. Eppure… l’acqua che scorre sotto i ponti è sempre quella di prima, come dimostra un recente annuncio di lavoro pubblicato da una società, la quale ha messo ben in chiaro di essere alla ricerca di un magazziniere frontaliere, escludendo così tutti i lavoratori indigeni che in hanno svolto un apprendistato o una riqualifica quale Impiegato in logistica ottenendo un Attestato federale di capacità, il quale alla luce dei fatti sembra avere meno importanza e valore rispetto alla residenza oltre confine, garanzia di dumping salariale a danno dei residenti ticinesi e delle aziende virtuose che antepongono la responsabilità sociale al mero profitto”.
“Sono situazioni che non abbiamo mai tollerato e che non possiamo più tollerare, in particolare poiché aziende come queste non generano alcun valore aggiunto per il tessuto socio-economico ticinese - e, anche qualora forniscono entrate fiscali, queste verrebbero poi comunque utilizzare per sostenere i cittadini privi di un’occupazione”.
Alla luce di quanto esposto, ecco le domande sottoposte al Governo:
1. Cosa ne pensa il Consiglio di Stato del fatto che molte aziende assumono esclusivamente personale residente oltre confine, escludendo quindi di principio coloro che risiedono nello stesso Stato in cui si trova l’azienda?
2. L’Autorità, sia essa comunale, cantonale o federale, ha la possibilità di sanzionare aziende che assumono esclusivamente personale frontaliere, o comunque di impedire o limitare tale pratica?
3. Sapendo che un’eventuale sensibilizzazione delle aziende in questione non produrrebbe alcun effetto, non ritiene il Consiglio di Stato che le aziende che assumono apertamente unicamente personale frontaliere vadano sanzionate?
4. Il Consiglio di Stato ha elaborato una strategia, o possiede perlomeno una visione, la quale anche a lungo termine possa porre fine a questi fenomeni?