MENDRISIO - Condannato a trenta mesi da scontare in un istituto terapeutico un uomo che era accusato di ripetuti atti sessuali con un fanciullo, infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti, furti e danneggiamenti. L'uomo per un periodo ha vissuto all'interno del centro dell'ex Macello, passato alle cronache perché abbattutto qualche tempo fa. Entrambi gli episodi legati ad abusi su bambini sono avvenuti nel centro sociale. Ma per Dadò, c'è la volontà da parte della RSI di non fare il nome del Molino stesso.
Tornando agli abusi, a un bimbo di otto anni, venne chiesto di "leccarlo come se fosse un ‘Chupa Chups’" dall'uomo che per il piccolo era una sorta di mito, dato che suonava la chitarra e sapeva fare grafitti. In cambio, per suggellare il loro patto, ricevette il plettro della chitarra. Nel secondo caso il giovane si stava masturbando in un bagno, fu visto da un bimbo di nove anni, a cui chiese se gli piaceva quel che stava vedendo.
Si è giustificato dicendo di rivedere nei due bambini la spensieratezza che non ha mai avuto a causa di un'infanzia difficile. "Anche se ci sono crimini più gravi nella sfera dei reati sessuali, dobbiamo ricordare che tutto quello che è successo ha segnato e segnerà per sempre questi due bambini. A loro è stata negata quella spensieratezza tipica della loro età, ed è inaccettabile", ha invece sottolineato la procuratrice pubblica Pamela Pedretti.
Fiorenzo Dadò non ha gradito come la RSI abbia parlato del caso, ieri sera al Quotidiano. "RSI, come mai si nasconde che al Molino) (o Macello) si annidava un pedofilo e sono avvenuti gravi crimini ai dani di due bambini?", si chiede sui social. "Ieri sera il Quotidiano, sempre solerte nel citare nomi e cognomi , luoghi… ( istituti, oratori, ospedali, scuole…) quando fa comodo, ha dato notizia di una condanna per gravi abusi sessuali ai danni di due bambini, avvenuti alcuni anni fa. Nel servizio si fa cenno ad un generico centro sociale del luganese. In realtà questo generico centro sociale, generico proprio non è, ma si tratta del Molino (o Macello), che tutti oramai conoscono. Come mai in questo caso si usa tanta accortezza nel non dire dove avvennero questi crimini?", la sua domanda.