ROMA - Tanto rumor per nulla e, alla fine, tutto come da copione. Dopo sette scrutini andati a vuoto e sei giorni di trattative, fallite, di scontri feroci e di veti incrociati tra i partiti, Sergio Mattarella è stato rieletto questa sera presidente della Repubblica italiana. Sette anni dopo la prima elezione. Nell’ottava votazione, avvenuta nella serata di sabato 29 gennaio, il capo dello Stato, che ha 80 anni, ha superato la maggioranza assoluta dei grandi elettori, fissata a 505 voti.
Mattarella ha voluto che a chiedergli la disponibilità formalmente fossero i capigruppo parlamentari e i rappresentanti di Regioni e Comuni, a significare che è stata la volontà dei grandi elettori a convincerlo a recedere dal proposito di lasciare il Quirinale, ribadito a più riprese negli ultimi mesi.
La riconferma di Mattarella, salutata positivamente da tutte le forze politiche ad eccezione di Fratelli d’Italia, si inquadra in un panorama di frattura tra centrodestra e centrosinistra. Nel centrodestra, ieri c’era stata la rottura di Forza Italia, che intendeva trattare autonomamente e oggi è arrivato l’attacco frontale di Giorgia Meloni a Matteo Salvini. Nel campo avverso ci sono state forti tensioni nel Movimento 5 Stelle – il cui fondatore e il cui leader appoggiavano la candidatura di Elisabetta Belloni.
La decisione di chiedere a Sergio Mattarella la disponibilità a un nuovo incarico è giunta dopo incontri notturni e mattutini, ed è maturata quando Salvini ha accettato, tornando sui suoi passi, di confermare il presidente in carica affermando: “È più serio smetterla con i no e con i veti incrociati e dire a Mattarella: ripensaci”. E lui ci ha ripensato. Ma era quasi scontato che alla fine sarebbe successo quello che è successo.