BERNA - Sono ore caotiche a livello internazionale, con riunioni frenetiche per decidere come muoversi in merito alla crisi ucraina. Anche la Svizzera, seppur neutrale, partecipa alle discussioni. Ignazio Cassis oggi parteciperà a quelle dell'OSCE, prima ha voluto parlare alla popolazione.
Ha chiarito con forza la posizione del Governo, di condanna a quanto accaduto, e ha spiegato che la Svizzera vuole inasprire le sanzioni emanate dall'UE.
"Oggi è una giornata triste come non ne vedevamo da molto tempo, una giornata che non avremmo mai voluto vedere. Sul suolo europeo è iniziato un conflitto armato, che nonostante tutti gli sforzi non siamo riusciti a evitare", ha detto.
"La crisi riguarda non solo Russia e Ucraina ma tutta l'Europa", è la sua convinzione.
"Il Consiglio Federale condanna l'intervento militare russo in modo fermo e esorta la Russia a ritirare immediatamente le truppe dal territorio ucraino. Abbiamo chiamato il rappresentante russo per dirgli che non vogliamo accettare assolutamente il loro comportamento. Siamo molto preoccupati per la popolazione ucraina, siamo vicini alle famiglie delle vittime e esprimomo la nostra solidarietà a tutta la nazione", ha proseguito.
E ancora: "Esortiamo le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale che la Russia ha violato in maniera flagrante. Ha calpestato il divieto di ricorrere alla violenza e a quello di violare l'integrità territoriale di uno stato, che sono alla base della convivenza pacifica".
La Svizzera ha sempre messo a disposizione dell'Europa, segnata nella storia da conflitti che ne hanno influenzato il corso della storia, la sua neutralità, che non significa però passività.
Per quanto concerne le sanzioni, l'UE, dopo il riconoscimento da parte della Russia delle repubbliche del Donbass e del Lugansk, ha deciso di emanarne alcune a livello economico contro personaggi politici, aziende, banche che sostengono la posizione russa, oltre che altre volte a limitare alla Russia la possibilità di ottenere capitali finanziari sui mercati europei
"Dopo l'annessione della Crimea avevamo emanato una ordinanaza per far sì che non si aggirasse quello che aveva scelto l'UE. Oggi abbiamo deciso di inasprire la nostra risposta per fare in modo che le sanzioni non possano essere non rispettate da noi. Riprenderemo le sanzioni e le persone citate dall'UE", ha spiegato Cassis. Queste persone non potranno venire in Svizzera.
Ci vorrà qualche giorno, perchè bisogna creare l'ordinanza ad hoc.
Intanto, da oggi l'ambiasciata svizzera a Kiev resta chiusa.