BELLINZONA - Basta dissidi interni e basta far credere che le decisioni siano state prese in modo poco democratico. Prima del congresso del 13 novembre dove si sceglieranno definitivamente i candidati per le elezioni cantonali 2023, in particolare per il Consiglio di Stato, la direzione del PS fa chiarezza.
In una lettera, i co-presidenti Fabrizio Sirica e Lauro Riget dicono la loro sulla polemica interna dei moderati, che vorrebbero delle candidature diverse da quelle probabili di Marina Carobbio e Yannick Demaria (leggi qui). Nomi che sono scaturiti da un confronto democratico all'interno del partito, col Comitato cantonale che aveva dato mandato alla direzione di trattare coi Verdi e con la Conferenza cantonale che aveva dato un "chiarissimo mandato" in merito alla scelta dei profili: serviva un nome giovane e uno di maggiore esperienza.
"Negli scorsi giorni si sono lette e sentite sui media prese di posizione che non possono essere ignorate", tuonano i due, "perché pensiamo che questo sterile dibattito sui nomi, fatto sui media, dia un’immagine pessima del nostro Partito!". Trovano scorretto che le stesse persone che hanno voluto convocare la Conferenza cantonale ora vogliano rimettere tutto in discussione.
Si parla, ovviamente, della proposta di candidatura di Amalia Mirante (leggi qui), a rappresentare la cosiddetta area moderata. A cui Sirica e Riget non le mandano a dire: "Dalla narrazione prodotta sembrerebbe che una maggioranza di estrema sinistra si sia impossessata del Partito socialista, mettendo a tacere la parte “socialdemocratica", una parte che mai si era palesata da quando sono in carica. "O le distanze politiche non sono così abissali, o non si sta discutendo di politica, ma di tifoseria. Probabilmente sono vere entrambe le ipotesi".
Non si parlerà più di nomi, soprattutto se a sparare è il "fuoco amico".