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06.03.2023 - 18:000

Da sinistra bocciano gli sgravi per chi rientra in Ticino. "Non è la soluzione"

La GISO: "Crea discriminazione tra chi ha studiato in Ticino e chi è andato oltre Gottardo". La Gioventù Comunista ironizza: "Forse le elezioni alle porte hanno svegliato una sensibilità nei confronti delle difficoltà dei giovani laureati?"

BELLINZONA - Far pagare meno tasse ai giovani ticinesi che tornano nel Cantone dopo aver studiato oltre Gottardo non risolve il problema della fuga dei cervelli. Ne sono certi i Giovani Socialisti e i Giovani Comunisti, che commentano l'iniziativa dei Giovani del Centro.

"La fuga dei giovani è uno dei problemi che si integra nei cambiamenti che stanno toccando il Ticino. Il lavoro precario e mal retribuito aumenta, la qualità di vita scende e, le nuove generazioni che per perseguire la propria formazione si sono spostate fuori Cantone non sono incentivate a ritornare. Non stanno fuggendo solo cervelli, le persone sono da considerare in maniera completa con bisogni e risorse per la società. Il ricambio demografico è solo un esempio delle risorse che i giovani possono portare come persone e non solo come “capitale”, scrive la GISO, che critica "fortemente la misura di uno sgravo fiscale. Infatti, quest'ultimo resta uno specchietto per le allodole".

I problemi, a loro avviso, sono altri: "I e le giovani ricevono salari molto bassi, specialmente nel momento dell’entrata nel mondo del lavoro e, questo, comporta delle imposte cantonali basse o nulle. Chi beneficia realmente di questo sconto è chi ha tutto l’interesse a restare in Ticino. Oltre a questo, così come presentato, lo sconto non tocca i giovani che hanno scelto di continuare qui la propria formazione, tracciando un ulteriore divisione tra chi sceglie un’università in Ticino e chi la sceglie oltralpe", specifica.

E invita i colleghi del Centro a "sostenere iniziative che permettano di aumentare la qualità del lavoro e della vita in Ticino e a contrastare misure che facciano gli interessi della borghesia e del padronato a discapito del 99%. Per attirare i giovani servono giusti salari e una buona qualità di vita e non regali fiscali ai più ricchi".

La Gioventù Comunista invece commenta in modo ironico la tempistica della proposta. "Apprendiamo la notizia con relativo stupore, forse le elezioni alle porte hanno svegliato una sensibilità nei confronti delle difficoltà dei laureati ticinesi? O si tratta semplicemente di una proposta volta ad acchiappare qualche voto tra i più giovani? Quel che è sicuro è che le tempistiche sono per lo meno sospette".

"La Gioventù Comunista tematizza da anni il problema della fuga di cervelli, e appare chiaro che la misura proposta dai Giovani del Centro non vada a colpire nel segno, poiché i motivi che portano i giovani formatisi in Svizzera interna a non rientrare in Ticino sono altri, tra cui, primo fra tutti, un reddito medio nettamente inferiore alla media nazionale, seguito da una serie di problemi socio-economici sul fronte ticinese. Ad aver creato questa situazione ha collaborato principalmente una politica borghese poco lungimirante, che trascura la promozione di un’economia ad alto valore aggiunto e che orienta la formazione prettamente verso gli interessi del padronato", si legge.

Cosa fare, dunque? Quella del Centro viene vista solo come una misura cerotto. "La direzione che va presa per contrastare l’allarmante fenomeno della fuga di cervelli è un’altra, quella proposta dalla Gioventù Comunista, la quale propone da anni delle misure volte a promuovere la predominanza dello Stato sul mercato, a migliorare le condizioni di lavoro e a favorire una formazione più lungimirante dei giovani ticinesi. (..). Riiteniamo che la strada da prendere sia un’altra, una che ponga le condizioni necessarie affinché un giovane ticinese laureato possa rimanere in Ticino e condurre una vita decorosa".

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