BELLINZONA - Una body cam per tutelare gli agenti coinvolti in interventi che vengono ritenuti eccessivi e inadeguati e allo stesso tempo quelle che si ritengono loro vittime: in questo modo, chi non ha sbagliato non verrà messo alla berlina a causa di video parziali. Lo chiede Giorgio Fonio, dopo alcuni episodi venuti a galla nei confronti di poliziotti.
Se intuitivamente potrebbe apparire un sistema di controllo, in realtà sarebbe una misura a favore della Polizia. Il rappresentante di OCST e del Centro lo spiega a Tio: "I video girati con lo smartphone invece mostrano spesso una verità parziale che evidenzia magari unicamente l'irruenza della polizia. Chi lo vede non sa cosa è successo prima e cosa sta realmente accadendo. Così come non può rendersi conto del grado di pericolosità dell'intervento". Peraltro, i video fatti girare sono spesso di pochi secondi, sufficienti però ad avere un impatto su diverse vite.
"I poliziotti hanno anche una famiglia, una vita privata. Vivere con questa pressione costante addosso è malsano", sostiene. Chi sbaglia ovviamente paga, ma con una body cam "di fronte a uno scandalo mediatico si può perlomeno avere una visione dei fatti completa. Dall'inizio dell'intervento. Altrimenti si rischia di avere una polizia che ha quasi paura di intervenire, che lavora col freno a mano tirato e col terrore di essere ripresa da uno smartphone".
Non va dimenticato che sono in aumento i casi di aggressioni agli agenti, che spesso e volentieri non reagiscono e non denunciano per non andare incontro a procedimenti che durerebbero anni.