L’Esercito svizzero celebra con orgoglio l'acquisto dei suoi 36 F-35, definiti sul sito ufficiale come un "vantaggio tecnologico" destinato a durare fino al 2060. Gli F-35, considerati i caccia più moderni al mondo, offrono capacità stealth, versatilità come bombardieri e strumenti di ricognizione avanzati. Con costi operativi apparentemente competitivi e vantaggi strategici, tanto che 16 paesi, tra cui Germania, Polonia e Finlandia, hanno puntato su questi jet.
Ma non mancano le voci critiche, come riferisce oggi il Blick. Tra queste, spicca quella di Elon Musk. L’imprenditore e fondatore di SpaceX, consigliere e futuro ministro del presidente eletto Donald Trump, noto per la sua visione futuristica e il dominio nel settore della tecnologia aerospaziale, ha espresso giudizi taglienti sull'F-35 e, più in generale, sull'utilizzo di aerei da combattimento con equipaggio.
In un post pubblicato sul suo X, Musk ha affermato che gli aerei da combattimento pilotati sono ormai superflui nell’era dei droni, definendoli "una minaccia per i piloti stessi" e sottolineando che il loro tempo è già finito.
In particolare, Musk ha etichettato l'F-35 come "un tuttofare costoso e complesso che non può fare nulla". Musk non ha criticato solo il caccia prodotto dalla società di difesa statunitense Lockheed Martin ed entrato in servizio nel 2015. “Nel frattempo – ha scritto - alcuni idioti stanno ancora costruendo aerei da combattimento con equipaggio come l’F-35”.
In un video allegato al suo commento, ha mostrato centinaia di droni volare in formazione, evidenziando l'efficienza e il potenziale di queste tecnologie senza equipaggio. Il miliardario non è il solo a sollevare dubbi: sebbene l'F-35 sia considerato un gioiello tecnologico, i suoi alti costi operativi e i problemi software durante lo sviluppo hanno alimentato polemiche anche in passato.
Mauro Gilli, ricercatore militare presso il Politecnico federale di Zurigo, ha risposto alle critiche di Musk sottolineando che i costi elevati dell'F-35 sono legati soprattutto al software e all'elettronica, non alla presenza di un pilota. "Un drone riutilizzabile dovrebbe comunque includere la stessa elettronica complessa di un F-35" ha affermato Gilli, sostenendo implicitamente che, sebbene il futuro della guerra possa includere più droni, l'abbandono totale dei jet pilotati non è così immediato.
Il dibattito aperto da Musk solleva interrogativi fondamentali sul futuro dell’aeronautica militare: è davvero giunto il momento di abbandonare gli aerei pilotati? Mentre i droni offrono vantaggi evidenti in termini di costi e sicurezza per gli operatori, gli F-35 rappresentano ancora una garanzia di versatilità e capacità operative che i droni non hanno pienamente raggiunto. Resta da vedere come si evolverà questo equilibrio tra tecnologia e strategia militare nel prossimo decennio.