SPORT
Campana: "Il Governo non vuole farci smettere per non darci il lavoro ridotto, ma devono venirci incontro"
Il Direttore generale dopo il rinvio della sfida con lo Young Boys: "Calcio e hockey si mostrino uniti, servono quarantene light per poter andare avanti. Ci negate aiuti? Trovate una soluzione ad hoc per le squadre professionistiche"

LUGANO - Come previsto, la SFL ha rinviato la partita tra Lugano e Young Boys prevista per domenica, a causa degli otto calciatori bianconeri in quarantena (di cui due in isolamento perchè positivi al Covid).

L'allenatore Maurizio Jacobacci ha sottolineato come il Medico Cantonale permetta di continuare gli allenamenti al gruppo, anche per i quarantenati tramite la bolla. “È importante che il campionato possa proseguire; non dobbiamo farci terrorizzare dal virus anche se la situazione generale è quella che è. È importante per tutti che lo sport d’élite prosegua la sua attività, questo anche per evitare di andare in depressione. Sono convinto che le autorità cercheranno di far proseguire fin quando sarà possibile lo sport professionistico", ha affermato in conferenza stampa. 

Duro invece il Direttore generale Michele Campana, che fa notare come non è bastato, per evitare quarantene, far mangiare quattro calciatori a un tavolo da otto (chi era seduto coi positivi deve osservare il provvedimento) e ha ben chiaro perchè Berna vuol proseguire: "Il Consiglio Federale spinge per farci proseguire l’attività per non versare le indennità per lavoro ridotto e vuole evitare un lockdown totale come a marzo, però ci vogliono le condizioni quadro per andare avanti. Siamo sulle sabbie mobili e ogni volta che un giocatore ha un raffreddore per due giorni stiamo tutti sul chi vive. Ogni volta che un elemento risulta positivo si impiegano tre o quattro giorni di lavoro, trenta tamponi e un caos infinito con tanta incertezza: non è bello lavorare in questo modo".

La richiesta, arrivata anche dalla SFL stessa, è una quarantena light in caso di elementi positivi. "Visto che i giocatori non è eticamente e finanziariamente possibile rinchiuderli in un hotel o testarli di continuo, non è facile trovare una soluzione", ha continuato, specificando di avere comprensione verso il Medico Cantonale e la situazione dei contagi. Ma "per proseguire bisogna accettare che gli sportivi professionisti di determinati campionati non vengano trattati come un comune cittadino. È il momento di iniziare a proporre o a fare pressione anche sul Consiglio Federale sperando che ci sia un’unione d’intenti tra calcio e hockey com’è stato il caso finora. Il discorso da fare è semplice: ci volete far continuare, ci negate aiuti, salvo permetterci di contrarre debiti, non volete un lockdown? Perlomeno però trovate una soluzione ad hoc per noi, altrimenti ci troviamo a disputare un match su cinque con un danno enorme che si aggiunge e aggrava la nostra situazione economia e finanziaria”.

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