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Mobbing, il Club: "Non sapevamo nulla". Ma non sarebbe così: spunta un'email di una delle giovani coinvolte
La presidente del club Fausta Alberti Meroni ha spiegato che il comitato è venuto a conoscenza dei fatti solo dopo la decisione del Tribunale arbitrale di Swiss Ice Skating del 7 gennaio. Invece la ragazza le aveva scritto il 10 settembre 2021

LUGANO - Il Club Pattinaggio Lugano era all'oscuro del caso di mobbing che ieri, grazie a liberatv, è balzato purtroppo agli onori della cronaca. Una brutta storia per tutto lo sport ticinese, che ha coinvolto due giovanissime atlete, costrette dal reiterato comportamento a lasciare il club. Si tratta di due ragazze che erano state anche inserite nei quadri nazionali svizzeri. La presidente del club Fausta Alberti Meroni ha detto al tg di TeleTicino di aver saputo solo dopo la decisione del Tribunale arbitrale di Swiss Ice Skating di quanto accaduto. Ma la realtà sarebbe diversa...

La denuncia per mobbing di due famiglie e la decisione del Tribunale arbitrale di SWiss Ice Skating

I genitori delle due giovanissime hanno denunciato quanto successo al Tribunale arbitrale di Swiss Ice Skating, la Federazione svizzera di pattinaggio. I colpevoli sarebbero un allenatore e una istruttrice. Il Tribunale ha giudicato i fatti in modo pesante, parlando di un continuo e quotidiano utilizzo di “parole e comportamenti offensivi e umilianti" e ha ravvisato una insufficiente attenzione al ruolo pedagogico nell’insegnamento da parte dell’allenatore, raccomandando ai vertici del Club luganese di richiamarlo a riflettere su questo aspetto. Per quanto riguarda l'istruttrice, situazione ancora più grave: a suo carico ci sarebbero state testimonianze gravi e si riteneva "indispensabile che il Comitato del Club indaghi seriamente sulla questione e “che prenda tutte le misure necessarie per assicurare che parole o comportamenti offensivi e umilianti nei confronti delle atlete non si ripetano in futuro”. (leggi qui).

Della decisione del Consiglio di Swiss Ice Skating è stato informato pure il Municipio della Città di Lugano, che si è detto attento allo svolgimento della questione. (leggi qui)

La versione del club: "Eravamo all'oscuro, ne parleremo"

Il club cosa ha fatto? Interpellata ieri da TeleTicino, Fausta Alberti Meroni ha spiegato che era in programma una riunione del comitato. Si sarebbe dovuto parlare del caso, che dopo l'eco mediatica è divenuta la principale trattanda all'ordine del giorno.  “Stiamo valutando il da farsi. Abbiamo chiesto la documentazione per prendere le decisioni finali sul caso. Non eravamo stati informati di cosa stava succedendo, almeno nei dettagli, nero su bianco”, ha spiegato. "Dobbiamo guardare la documentazione prima di decidere un eventuale richiamo nei confronti dell’istruttrice. Come Comitato ci siamo sempre mossi quando venivamo a conoscenza di certi fatti, con richiami verbali e anche scritti. Siamo sempre intervenuti quando siamo stati messi a conoscenza dei fatti".

"Non eravamo a conoscenza di questi problemi se non quando la federazione ci ha chiamato e ci ha mandato un documento scritto per indagare questi fatti. Poi siamo stati interrogati e a gennaio è arrivata la decisione", ha rimarcato alla RSI.

Parlando di tempistiche: la prima segnalazione da parte della famiglia di una delle giovani a Swiss Ice Skating è del 12 settembre 2021, la decisione del Tribunale è del 7 gennaio 2022. Dunque, c'era comunque stato un mese di tempo per il club per valutare se richiamare o no l'istruttrice.

L'email della giovane atleta sarebbe però precedente. E per quell'istruttrice non sarebbe il primo caso...

Ma veramente il club non sapeva nulla? Secondo quanto risulta a liberatv, ancora prima della segnalazione alla Federazione, una delle giovani aveva scritto al suo club. L'email è del 10 settembre 2021. Aveva spiegato con amarezza di essere stata costretta a lasciare il Club Pattinaggio Lugano, chiedendo in conclusione alla presidente del Club come avrebbe reagito se sua figlia fosse stata trattata così.

Inoltre, l'istruttrice non sarebbe nuova a comportamenti poco corretti, per usare un eufemismo. Nella sua email la ragazza, ora 16enne, dice che proseguivano da anni. E la stessa era stata richiamata dal club nel 2020, su segnalazione di una terza famiglia. 

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