LUGANO - L'arresto del presidente delle Ladies Lugano per presunti reati finanziari ha scosso il mondo dell'hockey femminile. Il club infatti aveva attraversato un periodo difficilissimo, addirittura con la decisione di non proseguire la propria attività, salvo poi venir rilevato da un nuovo gruppo dirigenziale che lo aveva iscritto al torneo. Ma già dai giorni scorsi si parla di nubi nerissime sul futuro. E la notizia di poche ore fa di certo non aiuta. L'arresto è avvenuto a fine agosto.
L'uomo, un 44enne, è finito in manette per le ipotesi di reato truffa, bancarotta fraudolenta, cattiva gestione, diminuzione dell'attivo in danno dei creditori, omissione della contabilità, falsità in documenti e riciclaggio di denaro. Parrebbe che, citando dal comunicato inviato da Polizia e Ministero Pubblico, "egli avrebbe utilizzato numerose società, poi fallite, per contrarre debiti che sapeva non avrebbe mai pagati e i avrebbe utilizzato gli importi e i servizi così ottenuti per finanziare uno stile di vita molto costoso, che non avrebbe altrimenti potuto permettersi. È anche accusato di aver fornito false informazioni al fine di ottenere un credito Covid-19 garantito dalla Confederazione di 400 mila franchi".
Proprio ieri la RSI ha dedicato un articolo alle Ladies, spiegando che addirittura sarebbe a rischio la trasferta di sabato a Zurigo per una gara di preaprazione al campionato. Sarebbero ore decisive per capire se ci sarà o no un futuro, con gravi dubbi finanziari.
Insomma, a società non sarebbe stata in grado negli ultimi mesi di tenere fede agli impegni presi con giocatrici, staff tecnico e fornitori di servizi.
Ora sicuramente la questione si allunga di un nuovo e poco edificante capitolo.