di Sacha Cattelan *
La deduzione delle spese per la cura dei figli prestata da terzi è una deduzione fiscale concessa allorquando un contribuente è impossibilitato a occuparsi della prole a tempo pieno ed è così costretto a far capo a terze persone. In particolare, a norma degli artt. 32a LT e 33 cpv. 3 LIFD, i contribuenti che vivono in comunione domestica con i figli in cura da terzi e al cui sostentamento provvedono possono far valere una deduzione delle spese per la cura dei figli prestata da terzi a ogni figlio che non ha ancora compiuto i 14 anni, sempre che queste spese abbiano un nesso causale diretto con l'attività lucrativa, la formazione o l'incapacità d'esercitare attività lucrativa del contribuente.
Quali sono le spese deducibili?
Tra le spese deducibili si annoverano le indennità giornaliere pagate a organizzazioni private e pubbliche, tra cui gli asili nido e i doposcuola, nonché i compensi alle mamme diurne o le famiglie diurne. Le spese per il vitto, scaturite nell’ambito della cura da parte di terzi, devono tuttavia essere qualificate come costo di mantenimento e non possono essere dedotte, in quanto tali spese sorgerebbero anche se i figli non fossero curati da terzi. Sono deducibili esclusivamente le spese comprovate a mezzo di ricevute, fatture, certificati di salario, oppure altri giustificativi idonei.
A quanto ammonta e a quanto ammonterà la quota deducibile?
A livello federale, la deduzione massima delle spese per la cura dei figli prestata da terzi ammonta a 10'100 franchi, mentre per l’imposta cantonale la deduzione è (o meglio “era”) limitata ad un importo massimo di 10'000 franchi se il reddito netto (dopo le deduzioni di cui agli artt. da 25 a 32 LT), era inferiore o uguale a 80’000 franchi oppure di 5'500 franchi se il reddito netto, era superiore a 80'000 franchi. In effetti, in una recente sentenza, il Tribunale federale ha ritenuto la deduzione “regressiva” del Canton Ticino come contraria al diritto federale superiore e al principio dell’uguaglianza giuridica. L’Alta Corte ha rilevato che la norma in discussione rientra tra le deduzioni generali, che sono elencate esaustivamente dall’art. 9 cpv. 2 LAID.
La norma è stata voluta per motivi extra-fiscali e non mira ad equilibrare il carico fiscale tra diversi gruppi di contribuenti, come fanno le deduzioni sociali, bensì è volta a compensare spese reali, causate dalla cura prestata da terzi a figli che non hanno ancora raggiunto i 14 anni. Gli oneri per la cura dei figli da parte di terzi riducono la capacità economica dei contribuenti indistintamente, in ogni fascia di reddito, di modo che – a parità di spese sostenute e in presenza delle condizioni oggettive richieste, anche le deduzioni riconosciute in relazione a tali oneri devono essere le medesime.
La Divisione delle contribuzioni del Canton Ticino ha pertanto proceduto, dall’emanazione della citata sentenza, a disattendere la deduzione regressiva e ad applicare a tutte le fattispecie ancora pendenti che adempiono ai requisiti legali, indipendentemente dal reddito imponibile del contribuente, la quota massima prevista nella precedente versione della LT pari a 10'000 franchi.
Il legislatore cantonale ha nel frattempo deciso di innalzare la deduzione annua massima in caso di cura dei figli da terzi sino a 25'000 franchi, la quale è applicabile a partire dal periodo fiscale 2022. Per tutti i casi che precedono tale periodo fiscale e che risultano ancora pendenti continua pertanto ad applicarsi la prassi del valore massimo pari a 10'000 franchi per ogni figlio, indipendentemente dall’ammontare del reddito. Si rileva che anche a livello di imposta federale diretta, il 21 gennaio 2022 il Consiglio federale ha decretato l’entrata in vigore di una deduzione massima pari a 25'000 franchi destinata alla cura dei figli da parte di terzi con effetto, tuttavia, solo a partire dal 1° gennaio 2023.
Lo svolgimento di un’attività lucrativa è favorito
L’innalzamento della quota massima deducibile è da accogliere positivamente e non solo porterà vantaggi fiscali ai genitori attualmente impossibilitati a occuparsi a tempo pieno della prole, ma contribuirà a migliorare la conciliabilità tra famiglia e lavoro. In effetti, un numero più elevato di genitori sarà incentivato a svolgere un’attività lucrativa grazie all’aumento della deduzione.
* MAS in Tax Law, docente-ricercatore presso il Centro competenze tributarie della SUPSI