di Don Gianfranco Feliciani *
Come tutti sanno, i giudici statunitensi hanno annullato la sentenza che da quasi mezzo secolo dava copertura legale all’interruzione di gravidanza. La Corte Suprema ha chiarito che “la Costituzione non contempla il diritto all’aborto” e che, per tale ragione, “l’autorità di regolarlo va restituita al popolo e ai suoi rappresentanti eletti”. Il verdetto del 1973, dicono igiudici, “era sbagliato fin dall’inizio in modo eclatante”, perché era fondato su un “ragionamento eccezionalmente debole”. Qual era? La sentenza “Roe vs Wade” si reggeva sul principio che l’aborto rientrava nell’ambito della privacy e che pertanto dovesse avere valenza costituzionale proprio come la tutela della riservatezza.
Dichiarando: “io non sono un politico”, papa Francesco non ha voluto entrare nel merito della decisione della Corte Suprema, ma ha risposto all’incalzante domanda del giornalista formulando lui stesso una domanda: “È giusto far fuori una vita umana per risolvere un problema? Anzi, è giusto rivolgersi a un sicario per risolvere un problema?”. Il papa non discute sulle leggi – si sa che a volte in casi di estrema gravità si è costretti a ricorrere al male minore per salvare il salvabile – ma riporta la questione alla sua verità di fondo. Che valore ha la vita umana? L’aborto – e anche l’espressione più sfumata “interruzione di gravidanza” ci dice qualcosa del tentativo di rimuovere il problema – è l’uccisione di una vita umana sì o no? È giusto in taluni casi sopprimere una vita umana? In quali casi? Mi tornano alla mente le parole di Madre Teresa di Calcutta: “L’aborto è la più grande minaccia alla pace del mondo. Se già una mamma arriva a compiere un gesto così, che ne sarà allora di tutta l’altra gente?”.
Si dice che l’America è divisa, ma anche l’Europa lo è. Questa è una sfida che riguarda tutti. Speriamo che non ci si limiti a denigrarsi a vicenda, ma si abbia il coraggio di riflettere a 360 gradi, senza ideologismi e pregiudizi fondamentalisti, religiosi o laici che siano. Il diritto alla vita di tutti gli esseri umani – compreso il bambino non ancora nato – non è innanzitutto una questione di etica della fede, ma di etica della ragione! Ed è a questo livello non ideologico che deve svolgersi il dibattito. Non dobbiamo temere di interrogarci su una questione di importanza – è proprio il caso di dirlo poiché c’è di mezzo un bambino che chiede di venire al mondo – vitale!
*Arciprete di Chiasso