*Di Don Gianfranco Feliciani
Appena Gesù crocifisso, dopo aver gridato a gran voce emise lo spirito, il centurione esclamò: “Davvero costui era Figlio di Dio” (Matteo 27,54). Ma cosa vide il centurione di così divino in quell’uomo tutto piaghe e sangue? Certo vide esattamente l’opposto di ciò che invece videro i capi religiosi e politici di Israele, i quali avevano decretato la morte del
Nazareno. Dio non era disceso dal cielo a liberare con un miracolo colui che si era proclamato suo Figlio: dunque, Gesù era un impostore, e la sua fine ingloriosa ne era la prova evidente.
Quanto è difficile credere nel Dio che Gesù di Nazaret ci ha rivelato in quel drammatico Venerdì Santo! È più facile, anche per noi che ci diciamo cristiani, scivolare sempre verso una concezione magica e pagana di Dio. La visione del Dio onnipotente popola sempre il nostro immaginario, anche se prima o poi, inevitabilmente ci conduce dentro vicoli ciechi,
illusori e contraddittori. Perché alla fine i conti non tornano: perché Dio permette il male? Quel Dio che crediamo onnipotente – ma di quale onnipotenza parliamo? – alla fine ci delude e ci fa ribellare in ragione del suo silenzio e della sua inefficienza.
È quello stesso “dio” che tanti “atei” onesti, per spontanea reazione, hanno congedato del tutto, talmente è diventato impensabile e insostenibile. Tutt’altro è invece il volto di Dio che Gesù ci ha rivelato e che dalla croce ci è dato di contemplare. Dio non mostra la sua potenza salvando Gesù dalla morte con uno strepitoso miracolo che umilia i nemici, ma facendo risorgere il Figlio il mattino di Pasqua. La morte non è scavalcata, ma accettata e subìta, per poi essere vinta da quell’Amore divino che neppure la morte potrà più sconfiggere.
La gloria della risurrezione passa attraverso la sconfitta della croce, passa attraverso la storia di un Uomo che ha fatto della sua vita un dono d’Amore per l’intera umanità. Il centurione pagano ha visto l’Amore e ha creduto nella forza invincibile dell’Amore. Ha scoperto che Dio è Amore! Essere cristiani vuol dire proprio questo. Non significa credere a dogmi astratti e a verità disincarnate, ma significa credere all’Amore di Dio pienamente rivelatosi in Gesù! Quindi, la vera scommessa della fede cristiana è sempre l’Amore. Ed è una scommessa certamente divina, ma insieme umanissima e liberante – che dunque coinvolge tutti, credenti e non credenti, – perché per tutti, nessuno escluso, il senso pieno dell’esistenza si gioca sul
desiderio insopprimibile dell’Amore, di quell’Amore che ci portiamo dentro il nostro cuore inquieto. Si gioca, la fede, nel bisogno che tutti abbiamo di amare e di essere amati!
*Arciprete di Chiasso