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01.12.2024 - 09:510

"Non la fine del mondo ma il fine del mondo". Riflessioni in tempo di Avvento

Don Gianfranco Feliciani: "In questa prima domenica che ci porta al Natale Vangelo della Messa ci presenta Gesù che tiene il cosiddetto “discorso escatologico”, ossia sulle cose ultime della storia umana"

di Don Gianfranco Feliciani

In questa prima domenica del tempo di Avvento che ci porta a Natale, il Vangelo della Messa ci presenta Gesù che tiene il cosiddetto “discorso escatologico”, ossia sulle cose ultime della storia umana. “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte” (Luca 21,25-26).

Gesù adopera questo genere letterario, chiamato “apocalittico”, non certo per elaborare previsioni sui segni della fine del mondo, ma per ribadire qual è il fine del mondo: il regno di Dio, già presente nella storia, è destinato a raggiungere un traguardo di pienezza. Il mondo quindi non cammina verso la catastrofe – nonostante tutte le cose orribili che l’uomo può comunque operare – ma va verso un compimento d’amore!

Molte volte nella storia, invece, queste immagini apocalittiche sono state intese come un’angosciosa predizione, una specie di oroscopo divino. Questo grossolano fraintendimento viene riproposto anche ai nostri giorni dalle letture cosiddette “fondamentaliste” di alcuni movimenti pseudo-religiosi. Essi non sanno cogliere l’intreccio tra il genere letterario e il messaggio come tale, e confondono i simboli, le immagini e le formule espressive con il contenuto. Ecco perché di tanto in tanto c’è sempre qualcuno che, con Bibbia alla mano, annuncia la data della fine del mondo. Questi tali però dovrebbero leggere con più attenzione il Vangelo.

Ad esempio… Gli domandarono (a Gesù): “Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?”. Rispose: “Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: ‘Sono io’, e: ‘Il tempo è vicino’. Non andate dietro a loro!” (Luca 21,7-8). Gesù ci invita alla speranza, al fervore della giustizia e della carità quaggiù sulla terra, tenendo salda la fiducia nella vittoria di Dio sul male e sulla morte. Il discorso escatologico di Gesù si conclude con queste rassicuranti parole: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Luca 21,2). La nostra storia personale e quella del mondo, nonostante tutto il male di cui l’uomo è capace, sarà a lieto fine!

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