di Don Gianfranco Feliciani
Il secondo comandamento del Decalogo prescrive di rispettare il nome del Signore (Esodo 20,7): “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio”, con l’aggiunta significativa: “Perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano”. Come a dire: il Signore non sopporterà di essere strumentalizzato...
Infatti, il comandamento biblico non allude innanzitutto alla mancanza di rispetto e alla volgare bestemmia del nome di Dio, allude piuttosto al peccato più grave e intollerabile, che è quello di servirsi del nome del Signore, per dire il falso e per coprire forme di ingiustizia e di oppressione. Nella seconda guerra mondiale la ferocia nazista aveva inciso queste parole sulle armi della guerra: “Gott mit uns” (Dio è con noi)...
Il giorno dell’insediamento Donald Trump ha solennemente dichiarato di sentirsi un inviato di Dio, chiamato a salvare l’America per farla entrare in una nuova “età dell’oro”. Dio lo aveva salvato da due attentati proprio per questo. Il primo giorno del suo nuovo mandato presidenziale, il ciclone Trump si è abbattuto sull’America - e sul mondo - mostrando il suo volto più duro a colpi di ordini esecutivi. Una valanga di decreti firmati, tra i quali l’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità e dell’accordo di Parigi sul clima, i dazi commerciali, lo stato di emergenza decretato al confine con il Messico. E ancora, il ripristino della pena di morte federale, la concessione della grazia a 1.500 rivoltosi dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. E qualche giorno dopo il mondo ha assistito alla vergognosa deportazione di un gruppo di migranti “clandestini” incatenati (due su tre erano entrati negli USA in modo regolare).
Quella di Trump è una nuova forma di idolatria politico-religiosa! Dio non unisce la nazione americana, ma deve aiutare il presidente a sconfiggere i nemici, naturalmente tutti quelli che lui considera tali. “Sarò un pacificatore”, ha dichiarato Trump nel discorso di insediamento. Ma a quale prezzo? “Non nominare il nome di Dio invano”, vale per tutti, anche per Trump! C’è da augurarsi che il mondo non resti a guardare con indifferenza, ma sappia reagire con coraggio e intelligenza. “Ciò che più mi fa temere – diceva Albert Einstein – non è tanto l’arroganza dei cattivi, quanto il silenzio dei cosiddetti buoni”.