La problematica è molto controversa e naturalmente vi è una parte della popolazione e alcune Associazioni che sostengono la presenza e il prolificare di queste belve nocive appellandosi alla biodiversità. D’altro canto vi è chi afferma che il nostro territorio non è adatto a ospitare la presenza dei grandi predatori, in quanto causano gravi danni, mettendo in pericolo l’esistenza dell’allevamento e della pastorizia – specialmente di ovini e caprini – e inducono all’abbandono degli alpeggi con l’inselvatichimento e deperimento geo-morfologico di vaste aree montane. Ne consegue pure il latente pericolo della scomparsa dei tanto ricercati prodotti “nostrani” di provenienza a km 0. Ripercussioni negative vi sono poi nel settore del turismo e per l’economia delle regioni di montagna.Quale reazione attiva per contrastare e gestire questa situazione problematica nel corso del 2015 sono state fondate delle Sezioni cantonali per un “Territorio senza grandi predatori” (Grigioni, Ticino, Vallese, San Gallo-Glarona-Appenzello, Friborgo, Vaud e dal 18 novembre la Sezione Svizzera Centrale con i Cantoni di Lucerna, Obwaldo, Nidwaldo, Uri e Svitto). Le Sezioni cantonali si sono poi riunite il 10 settembre 2015 in un’Associazione mantello a livello Nazionale che conta quasi duemila aderenti (www.lr-grt.ch).A livello di Parlamento Nazionale nel 2010 le Camere federali hanno approvato la Mozione del Consigliere agli Stati vallesano Fournier (10.3264), che chiedeva la revisione dell’art 22 della “Convenzione di Berna”. La Convenzione, datata dal 1979, impone a livello internazionale la protezione assoluta di questi predatori, lupo in particolare. In questi ultimi quarant’anni il lupo è passato da specie in via di estinzione a una specie in evidente e inarrestabile espansione in tutto l’arco alpino. In pochi anni in Svizzera si sono formate diverse mute, segnatamente nel Calanda Grigionese, in Val Morobbia, nell’Alto e medio Vallese e sembra anche in alte zone. Oramai la presenza sporadica o costante del lupo e della lince sono segnalate in ogni parte della Svizzera, persino nei centri urbani o nelle loro vicinanze. Sino a tutt’oggi la decisione delle Camere federali di approvare la Mozione Fournier non ha trovato applicazione! Questo atteggiamento del Consiglio federale lascia stupiti, poiché l’Esecutivo federale aveva affermato che doveva essere messa in atto ogni misura necessaria per non rendere più difficile il lavoro degli allevatori e della vita nelle Regioni di montagna.Nel 2015 le Camere federali hanno pure accolto la Mozione del Consigliere agli Stati grigionese Engler (14.3151) denominata “Convivenza tra lupi e comunità montane”, che chiedeva la revisione della Legge federale sulla caccia, per consentire la regolazione della popolazione di lupi nell’ambito della Convenzione di Berna. La consultazione sulla revisione di questa Legge è stata avviata dal Consiglio federale il 24 agosto u.s. e si è conclusa il 30 novembre.Il Canton Vallese, particolarmente toccato dalle predazioni di lupi, ha presentato nel 2014 un’iniziativa cantonale “lupo, la festa è finita” (14.320). Questa iniziativa in particolare chiede che la convenzione di Berna sia rinegoziata come deciso dalle Camere federali, introducendo una riserva che escluda la protezione del lupo. La richiesta vallesana (imparentata con l’atto parlamentare no. 14.3570 Imoberdorf/Rieder) è stata respinta dal Consiglio degli Stati il 9 marzo 2016 con 26 sì e 17 No e poi approvata dal Consiglio Nazionale il 14 settembre u.s. con 101 voti contro 83. Prossimamente l’iniziativa del Canton Vallese sarà ridiscussa in seno al Consiglio degli Stati. In effetti, a livello nazionale si assiste a un confronto tra il Parlamento assai attivo nella gestione della problematica e il Consiglio federale molto titubante e che, eccetto alcune dichiarazioni di buona volontà, non dà poi seguito alle decisioni prese dal legislativo. Situazione imbarazzante e preoccupante.Un altro tema che in questo periodo si pone a livello nazionale e associato alla problematica dei Grandi predatori, si incentra sulla domanda a chiedersi se in Svizzera vi sono solo lupi o se sono anche presenti degli ibridi della stessa specie, ossia l’incrocio cane-lupo, che notoriamente è meno schivo del lupo verso l’uomo e i suoi insediamenti. Il dibattito è in corso e non ha ancora nessuna risposta.Anche a livello cantonale la “problematica lupo” e dei grandi predatori è in questi anni assai dibattuta e oggetto nel paese di vivaci e contrastanti dibattiti e confronti. L’attualità della problematica è dimostrata dai numerosi atti parlamentari presentati negli ultimi quindici anni da diversi Deputati. Quest’attività parlamentare ha impegnato più volte il Consiglio di Stato in argomentazioni e risposte. A titolo orientativo facciamo seguire la lista dei vari interventi presentati dai deputati: Eva Feistmann (84.02), Elena Bacchetta (50.13), Patrizia Ramsauer (IG584/283.13), Regazzi Fabio (22.01/256.07), Norman Gobbi (150.06), Sergio Savoia (47.06/282.13), Fabio Badasci (103.11/83.14), Francesco Maggi (141.08/375/1090/IG404), Cleto Ferrari (476/432/1129), Franco Celio (417/432/134.04/1009/31.06), Germano Mattei (1631), messaggio 6083 sulla mozione 20.2.2006 di Cleto Ferrari/Franco Celio/Norman Gobbi (476), messaggio 6046 sulla mozione 21.06.2005 di Franco Celio/Cleto Ferrari/+6 cofirmatari, messaggio 5901 sulla mozione 10 maggio 2004 di Francesco Maggi/+14 cofirmatari, messaggio 7081 sulla mozione 17.12.2013 di Franco Celio/+11 cofirmatari, messaggio 5894 sulla mozione 18.04.2005 di Franco Celio.Si evince che la problematica della gestione dei grandi predatori ha impegnato a scadenze regolari il Consiglio di Stato e il Parlamento, coinvolgendo parlamentari di diverse sensibilità e provenienza politica. Il tutto evidenzia quanto è sentita la tematica, con le preoccupazioni che solleva, unitamente alle conseguenze psicologiche, di sensibilità ed economiche che coinvolgono i diversi attori presenti nel territorio.In particolare vi è da ricordare la recente decisione del Gran Consiglio del 23 novembre 2015 sulla mozione 17 dicembre 2013 presentata da Franco Celio e cofirmatari (Badaracco-Dominé-Galusero-Garzoli-Gianora-Giudici-Gobbi-Orsi-Pellanda-Schellmann-Vitta): rivedere le norme a protezione dei lupi. Il Gran Consiglio con 61 voti favorevoli 7 contrari e 8 astensioni ha approvato il rapporto della Commissione della legislazione, accogliendo la mozione che chiedeva al Governo di identificare eventuali misure di accompagnamento alla revisione della legge, adottabili anche a livello nazionale. A onor del vero nessuna azione concreta è conosciuta a tutt’oggi da parte del Governo nello spirito della decisione del Gran Consiglio. Come per altro l’Esecutivo non ha ancora dato risposta, tra l’altro più volte promessa, alla decisione del Gran Consiglio del marzo 2010 in cui si stabiliva: “oltre al risarcimento dei capi predati, vanno risarciti i costi derivanti dalla ricerca e dal ricupero dei resti delle carcasse, nonché dalla perdita del prodotto conseguente”. In concreto sul terreno si costata che da parte degli allevatori vi è stata un’accresciuta sensibilità alla protezione delle greggi mediante recinzioni apposite e l’uso di altri metodi di prevenzione (cani di sorveglianza, lama, ecc.). Nonostante questi accorgimenti di prevenzione le predazioni continuano, anche tra l’altro intaccando in modo preoccupante l’habitat della selvaggina (camosci, caprioli e piccoli cervi in particolare). Si deve sempre più costatare che le auspicate misure di protezione non sempre sono all’altezza della scaltrezza di questi animali selvatici che, grazie all’innato istinto alla predazione, facilmente si adattano alle situazioni trovando astuti metodi per aggirarle.