Tribuna Libera
23.12.2016 - 18:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Prosegue lo smantellamento dell’Ospedale San Giovanni
di Matteo Pronzini, MPS
Da tempo il Movimento per il Socialismo denuncia lo smantellamento dell’Ospedale Regionale di Bellinzona e Valli (ORBV). A questo proposito vale la pena ricordare la proposta di pianificazione ospedaliera elaborata dal DSS e sostenuta in modo unanime dal Consiglio di Stato.
Di fatto quella proposta ha posto le basi per amputare l’ORBV di mandati fondamentali ed ha ridotto le sue capacità:
· con la chiusura dei reparti di medicina di Faido ed Acquarossa i letti di medicina sono stati praticamente dimezzati;
· si è caricato il Pronto Soccorso del San Giovanni di ulteriori 5000 pazienti annui (a seguito della dismissione dei due Pronto Soccorso di Faido ed Acquarossa);
· si sono soppresse diverse specializzazioni fondamentali per un ospedale quali la chirurgia della tiroide, la geriatria multidisciplinare complessa e l’ortopedia protesica;
· si sono concesse unicamente, ed in via provvisoria, alcune prestazione ginecologiche multidisciplinari e complesse
Neppure la sconfitta in votazione popolare della modifica della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale (LEOC), che di fatto è stata una sconfitta della pianificazione ospedaliera, ha bloccato questo processo di smantellamento del San Giovanni.
Nelle scorse settimane, ad esempio, l’EOC ha comunicato lo scorporo dell’Ospedale di Faido dalla struttura regionale e la sua integrazione alla Clinica di Novaggio. Nei fatti, tale decisione, è il primo passo per la soppressione delle prestazioni di prossimità, ambulatoriali e stazionarie, per la popolazione della Leventina.
È di questi giorni la notizia, riportata dal quotidiano “La Regione”, che l’EOC è disposto a “cedere” ai privati la “piccola chirurgia” (ortopedica e oftalmologica) nell’ambito ambulatoriale (day hospital).
Il riferimento è all’iniziativa di un’azienda l’Alameda SA che intende installare a Bellinzona, in via Salvioni due sale operatorie private.
Intervistato, il direttore dell’ORBV, Sandro Foiada, dà la sua benedizione a quest’operazione di privatizzazione ospedaliera. Essa rappresenterebbe, per il direttore dell’ORBV, “una chance per i medici aggiunti”, confermando l’ORBV assicurerà a questa “nuova iniziativa una base di pazienti grazie ai quali potrà svilupparsi e un supporto anestesiologico”. In altre parole: il pubblico è pronto a sostenere attivamente il successo dell’iniziativa privata!
Da anni vi è, giusto o sbagliato che sia, un forte tentativo di trasferire parte della medicina stazionaria verso la medicina ambulatoriale. Presso l’EOC dal 2010 al 2015 la medicina ambulatoriale è aumentata del 30% a fronte di un aumento del 18% nell’ambito stazionario. L’EOC in altre regioni, ad esempio il Mendrisiotto, ha già stanziato investimenti di oltre 30 milioni per strutture ambulatoriali.
A Bellinzona invece, vediamo addirittura la direzione del San Giovanni prepararsi a cedere questo settore in crescita ai privati.
E per rendere ancora più assurda questa situazione si apprende che il promotore di questa operazione di privatizzazione è una persona, Dino Cauzza, che fino allo scorso 30 settembre 2016 faceva parte della direzione dell’EOC quale responsabile dell’Area finanze e controlling. Un veloce cambiamento di casacca che lascia, ma non più di quel tanto viste le logiche che si stanno imponendo in seno all’EOC, perplessi.
Alla luce di queste considerazioni chiedo al Consiglio di Stato:
1. L’EOC non prevede nelle condizioni d’assunzione dei propri dirigenti una clausola di divieto di concorrenza?
2. Corrisponde al vero che la società del signor Cauzza ha sede in stabili dell’EOC (o di strutture legate all’EOC come, ad esempio, la Cassa pensione dei dipendenti dell’EOC)? Corrisponde al vero che i locali occupati dalla società del signor Cauzza sono stati trasformati da appartamenti in uffici proprio per dare ospitalità a questa iniziativa di “messa in proprio” dell’ex-responsabile delle finanze dell’EOC?
3. Le affermazioni del direttore dell’ORBV sono condivise dal consiglio di amministrazione dell’EOC e dalla sua direzione?
4. Se sì, quando la direzione dell’EOC o la direzione dell’ORBV hanno preso la decisione di massima di collaborare con questa nuova struttura?
5. Nel corso della campagna sulla revisione della LEOC il governo ha insistito a più riprese sul fatto che la mancata approvazione della revisione della LEOC (come in effetti è avvenuto) avrebbe bloccato tutte le possibili collaborazioni esterne dell’EOC. Ora, si chiede, in base a quali disposizioni di legge questa collaborazione potrà o potrebbe essere attivata?
6. Perché l’EOC e la direzione dell’ORBV, invece di ”cedere” pazienti (come se fossero merce di scambio) e settori di intervento ai privati, non ha pensato a soluzioni interne, magari utilizzando anche le strutture sanitarie di Acquarossa e Faido?
7. Il governo è a conoscenza (casomai fosse stato interpellato) della posizione del Municipio di Bellinzona (silente per tutta la campagna referendaria sulla pianificazione ospedaliera) su questa iniziativa che tende ad indebolie il ruolo centrale e pubblico dell’Ospedale San Giovanni?
Matteo Pronzini, MPS