di Fiorenzo Dadò*
Tra i crimini più odiosi e intollerabili, che tutti dovrebbero combattere con la massima convinzione, vi sono gli abusi sui bambini. Tra questi troviamo al primo posto la pedofilia e lo sfruttamento sessuale, ma subito dopo, con un’ampiezza raccapricciante, troviamo il lavoro minorile e l’avvelenamento.
Questi veri e propri abusi, di fatto, distruggono l’infanzia di moltissimi ragazzi in tutto il mondo, rovinandogli la vita e togliendogli il futuro per sempre. È normale che si stia a guardare senza fare nulla? In occasione della campagna a sostegno dell’iniziativa “per la limitazione” recentemente posta in votazione, ci siamo permessi di sollevare l’obiezione circa l’uso eufemisticamente inapropriato di un’attrice-bambina per realizzare un video di propaganda, durante il quale venivano veicolati dei messaggi al limite del razzismo, ovviamente mai pensati da quella bambina, che appunto recitava.
Apriti cielo. In questi giorni, in alcuni articoli e in dibattiti televisivi siamo stati accusati di mostrare una morale a geometria variabile, semplicemente perché non abbiamo detto nulla sull’utilizzo di un’immagine di una bambina peruviana triste quale testimonial dell’iniziativa per multinazionali responsabili.
Ci mancherebbe altro.
I contrari all’iniziativa non esitano a giocare con messaggi ambigui perchè sanno molto bene che l’accusa di usare l’immagine di una bambina per proteggere dei bambini stessi, non è solo pretestuosa, ma anche vergognosa. L’iniziativa per imprese responsabili è stata voluta anche per proteggere i bambini dall’agire scriteriato di alcuni attori economici svizzeri che, pur di massimizzare il profitto, fanno strame dei diritti dell’infanzia. È quindi più che lecito mostrarlo a tutti.
Per rendersene conto, basta guardare il documentario-denuncia sul sito https://iniziativa-multinazionali.ch oppure limitarsi a consultare le pagine web delle organizzazioni di cooperazione internazionale Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti, nelle quali vengono elencati diversi soprusi venuti alla luce negli ultimi anni. E ci si riferisce in particolare all’oro estratto illegalmente che finisce nelle raffinerie svizzere, bambini che lavorano in cave gestite da fornitori dell’industria del cemento, aziende di materie prime che inquinano il suolo, l’acqua e l’aria; tutti rigorosamente e vergognosamente impuniti.
Per chi desidera vedere, la realtà è chiara e il risultato delle inchieste effettuate tra il 2012 e il 2017 è sconvolgente. In questi anni le imprese svizzere all’estero sono state coinvolte nella violazione dei diritti umani o delle norme ambientali almeno 64 volte; tra questi ben undici casi sono stati causati dal gruppo Glencore di Zugo, leader indiscusso di questa allarmante classifica della vergogna. Per chi non lo sapesse, proprio la multinazionale svizzera Glencore è responsabile dell’intossicazione drammatica da piombo di 2.000 bambini in Perù, luogo d’origine della bambina sulla foto “incriminata”.
Con il futuro e la protezione dell’infanzia non si gioca, neppure se ci sono interessi da difendere. Che vengano mosse queste accuse e che si faccia finta di no vedere il dramma del lavoro minorile e dell’inquinamento subito da intere popolazioni tentando di screditare chi ha avuto il coraggio di denunciarli, è inaccettabile e va rimandato al mittente.
Anche per questo, perché non si vuole rimanere impassibili ed essere corresponsabili di questo scempio, anche il PPD invita a votare sì all’iniziativa per imprese responsabili.
*presidente PPD Ticino