di Simona Genini *
Ho sempre sostenuto che il Ticino deve impegnarsi per essere maggiormente concorrenziale dal punto di vista fiscale, sfruttando le opportunità di legiferare che gli offre il nostro sistema federalista. Ritengo però indispensabile agire in due direzioni: rendere sì il sistema fiscale più concorrenziale, ma nel contempo dimostrare che l’equità non si limita alla redistribuzione della ricchezza ma significa anche tenere conto delle trasformazioni del nostro modo di vivere in società.
Si può legittimamente affermare che il Canton Ticino ha una fiscalità estremamente progressiva e deduzioni senza eguali a livello svizzero. Di conseguenza, moltissimi contribuenti (il 25%) non pagano del tutto le imposte, e il ceto medio-basso gode di una tassazione molto bassa, nel confronto intercantonale. È un sistema che – insieme ai meccanismi del welfare – fa del Ticino un Cantone indiscutibilmente progressista. Il problema è che questa impostazione molto sociale ha un costo, e che qualcuno – come sempre, nella vita – deve pagarlo. Il nostro sistema tributario oggi compensa questa generosità verso la classe medio-bassa con una forte imposizione dei redditi elevati. In Ticino, i ricchi pagano gran parte delle imposte: 1.000 persone, lo 0,5% dei contribuenti, paga il 20% delle imposte sul reddito, con aliquote che superano il 40%.
Come professionista dedita alla consulenza fiscale, sono confrontata quotidianamente con i problemi dei contribuenti. Come nuova deputata nel Parlamento ticinese, posso quindi portare la mia esperienza diretta per esaminare le possibili soluzioni. Il Messaggio 8303 presentato oggi dal Consiglio di Stato che aggiorna la fiscalità delle persone fisiche va nella giusta direzione.
Le persone facoltose sono mobili e questo permette loro di 'guardarsi intorno' e cambiare domicilio facilmente. È quindi importante monitorare le aliquote negli altri Cantoni della Svizzera e nei Paesi vicini e lontani per rimanere attrattivi. Attualmente il Cantone Ticino con la sua aliquota sul reddito massima è al 21 posto su 26 Cantoni. Con la riforma proposta, l'aliquota massima scenderà al 12% (al quale va aggiunto il moltiplicatore di imposta comunale e l'imposta federale diretta, non dimentichiamo), che porterà la posizione al 16 rango. La nuova aliquota si contraddistingue anche per prudenza e ragionevolezza.
Voglio inoltre ricordare che nel mese di giugno il popolo svizzero ha accettato la minimum tax dell'OCSE, ciò implica che in tutte le giurisdizioni che aderiscono al sistema il carico fiscale minimo per i Gruppi internazionali sarà del 15%. Di fronte ad un 'appiattimento'; della concorrenza fiscale per questo tipo di imprese, l'onere fiscale dei Managers sarà decisivo per la scelta del domicilio delle case madri e/o del domicilio dei Managers stessi. In altri termini, a parità di onere fiscale aziendale, i quadri cercheranno di ottimizzare almeno la loro partita fiscale personale. Non saranno più le persone chiave a traslocare nella giurisdizione dove l'impresa pagava meno tasse, ma saranno le imprese a traslocare dove i Managers pagheranno meno tasse. Per mantenere un giusto equilibrio fra le misure proposte rilevo che la riforma interviene anche sulle deduzioni dei lavoratori, premiando chi crea valore aggiunto nel Cantone e introducendo uno sgravio del 50% sulle donazioni aziendali per aiutare il trapasso di imprese, salvaguardando posti di lavoro nel nostro territorio.
Quello dell’imposizione dei redditi alti, comunque, è solo uno dei problemi del nostro sistema fiscale. Affrontarlo da solo sarebbe sbagliato, e giustamente il messaggio presentato propone soluzioni in relazione alle tasse di successione ingiuste per varie categorie di contribuenti, tenendo conto che la società moderna è evoluta e riduce le aliquote oggi fuori mercato per i prelievi dei capitali del secondo pilastro, situazioni che spingono molte persone a trasferirsi fuori Cantone.
È d'uopo rilevare che contestualmente alle innovazioni, come concordato con il Parlamento per avere una neutralità di gettito, sarà riportato il coefficiente di imposta cantonale al 100%. La situazione finanziaria attuale non permette altri scenari. È inevitabile eliminare un provvedimento a pioggia, uno sconto dato a tutti i cittadini e imprese (e perfino ai frontalieri!) del 3%, che è durato 4 anni, quando le finanze erano sane, e semplicemente tale 'regalo temporaneo'; cesserà di esistere. Il coefficiente cantonale era nato, non dimentichiamolo, come misura di coerenza finanziaria, figlio del freno all'indebitamento. Globalmente in ogni modo, con le misure proposte, lo sgravio per i ticinesi (contribuenti residenti, senza i frontalieri) sarà superiore, dato che l'eliminazione del coefficiente è neutra per il Cantone, ma le modifiche della Legge tributaria hanno effetto di diminuire anche la fiscalità comunale.
Questa riforma è attesa da troppo tempo, altri ritardi creano un danno al Paese e ai cittadini. Possiamo permettercelo?
* fiscalista e deputata PLR in Gran Consiglio