di Amalia Mirante*
Se vi chiedessero quali dovrebbero essere le priorità della politica in Ticino, probabilmente pensereste subito ai premi di cassa malati, alla pressione sui salari, allo sfascio della magistratura o alle finanze cantonali in crisi. Insomma, pensereste che i nostri politici siano impegnati a risolvere questi gravi problemi. E invece, no.
Come dimostrano le iniziative parlamentari in sospeso e l’agitazione nei partiti, il loro vero interesse è… mantenere le poltrone. Stanno infatti cercando di cambiare le regole elettorali, introducendo una soglia di sbarramento massiccia (si parla addirittura del 5%!). In questo modo, si eliminerebbero i rappresentanti dei partiti minori, lasciando il campo libero a socialisti, liberali, pipidini e leghisti. Gli stessi partiti che, tra l’altro, hanno contribuito al disastro attuale.
A livello comunale si vuole impedire la libera formazione dei gruppi, non sia mai che si perda qualche cadrega a vita, che il partito X possiede da tempo immemore ma i cittadini non vogliono più dargli. A livello cantonale, nell’ambito di un nuovo patto d’acciaio tra sinistra e centrodestra, si prevedrebbe che la sinistra accetti questa soglia draconiana, purché la destra accetti d introdurre le congiunzioni di lista. Il risultato? Magheggi elettorali per salvare a tavolino il seggio che si rischia di perdere sul campo, davanti al popolo, tramite una indecente ammucchiata di partiti che hanno poco da spartire se non la comune ossessione per lo strapuntino governativo.
È evidente che ci opporremo a queste manovre impresentabili con tutti i mezzi legali. I cittadini hanno il diritto di essere rappresentati, anche se scelgono di punire i grandi partiti. Qui, invece, sono i partiti che vogliono punire i cittadini per aver votato “male”. Infine, è tempo di legare la permanenza in Consiglio di Stato ai risultati, come accade per chiunque lavori. Oggi i consiglieri di Stato hanno invece il posto fisso, qualunque cosa facciano o non facciano.
Basta: è ora di adottare il sistema maggioritario, come in tutti gli altri cantoni svizzeri. Siamo l’unico Cantone che affida ai partiti la scelta di chi deve governarci. Invece, come succede nel resto del paese, chi non fa il proprio lavoro deve andare a casa, mandatoci dai cittadini. Rendere la classe politica responsabile verso il popolo è l’unico modo per garantire che si occupi dei problemi reali e non delle proprie poltrone. E noi ci assicureremo che questo accada: abbiamo ancora i diritti politici di referendum e iniziativa, almeno finché i soldatini di partito non proveranno a toglierci anche quelli.
*Deputata in Granconsiglio Avanti con Ticino&Lavoro