di Tiziano Galeazzi *
Il servizio di trasporto taxi in Ticino avrebbe bisogno di un profondo aggiornamento e di un adeguamento per rispondere anche alla concorrenza, come Uber, che ormai è entrata in gioco sul territorio cantonale. I modelli attuali del servizio taxi sembrano superati e una riflessione sarebbe dovuta essere fatta già tempo fa, ancor prima che Uber o altri operatori entrassero nel mercato.
Nel 2015, l’ex collega e deputato Giancarlo Seitz presentò una mozione che proponeva una rimodulazione dell’intero sistema taxi, ma fu poi ritirata nel 2023. Anche i Comuni più grandi, a un certo punto, si trovarono a discutere un “modulo taxi cantonale”, e partecipai anch’io come Municipale quale delegato per Lugano. Tuttavia, il progetto si arenò senza una vera analisi e senza una strategia comune. All’epoca non si parlava ancora di Uber, ma oggi la situazione è diversa.
Il tema è tornato d’attualità e, a mio avviso, deve essere affrontato non solo per questioni concorrenziali, ma anche per garantire una maggiore coordinazione e organizzazione territoriale. A Lugano, ad esempio, esistono ancora i permessi A e B, che in passato hanno generato non pochi problemi. Il controllo è affidato alla polizia comunale, un ulteriore compito aggiuntivo. Non si tratta solo degli NCC (noleggio con conducente, anche stranieri) o di Uber, ma di una potenziale futura concorrenza di altri operatori. Proprio per questi motivi sarebbe necessario studiare nuovamente un sistema taxi basato su una piattaforma centralizzata e gestita da una centrale comune, che consenta di coprire le zone geografiche in modo più efficiente. Si potrebbe optare per taxi di una sola categoria, eliminando le attuali distinzioni, con un centralino unico di riferimento. Anche le tariffe dovrebbero essere uniformate per evitare ulteriori squilibri tra le diverse aree.
Sono favorevole alla liberalizzazione del mercato del trasporto, ma con regole chiare e condivise. La tecnologia è oggi un alleato potente che possiamo e dobbiamo sfruttare. Uber, ad esempio, non solo offre trasparenza e praticità ai clienti tramite un’applicazione, ma, se regolamentato correttamente, può essere integrato senza problemi nel nostro sistema di trasporto urbano e rafforzare ciò che già esiste sul territorio. Il tutto ovviamente non va a discapito del trasporto pubblico ma piuttosto, come oggi, integrato in un sistema globale di mezzi di trasporto, secondo le esigenze e le preferenze. La scelta è vasta sicuramente, ma dovrebbe, come scritto sopra, essere gestita in modo diverso e più integrato.
Viviamo in un mondo dei trasporti pubblico/privato in continua evoluzione e sempre più complesso, che non dovrebbe più essere sottovalutato ma regolamentato al più presto. In passato, purtroppo, non si è colta l’opportunità di anticipare i tempi, sottovalutando l’importanza del settore taxi e dei trasporti come Uber.
* Deputato UDC in Gran Consiglio e già Municipale di Lugano