di Luca Paltenghi *
Il Ticino è fermo: non solo sui salari o sulle riforme che consentirebbero ai residenti di poter concorrere ad armi pari nel mondo del lavoro con i frontalieri. No, il Ticino è anche fermo in colonna: dal Malcantone al Mendrisiotto, da Lugano a Bellinzona, fino a Locarno, è difficile sfuggire al traffico.
I grandi progetti soffrono di iter maledettamente lunghi e di un problema tutto ticinese, ovvero la “ricorsite”. Guardando alla mia regione, il Malcantone, sono due i progetti in cui vengono riposte le speranze: la circonvallazione Agno-Bioggio, e la rete tram-treno. Purtroppo relegate ad utopie le due gallerie tra Magliaso e Caslano e tra Caslano e Ponte Tresa.
Dopo decenni di discussioni, il progetto della circonvallazione Agno-Bioggio è stato ripensato e ottimizzato alcuni anni fa. La prossima legislatura dovrà però essere finalmente quella della concretizzazione e dell’avvio dei lavori per restituire dei nuclei senza traffico ai due Comuni. Tuttavia, è illusorio pensare che questo progetto risolva il problema, dato che non farà altro che spostare il traffico altrove.
Occorre rendersi conto che siamo tutti parte del problema. Finché si viaggerà uno per macchina, ci si sposterà anche solo per pochi km con l’auto e il numero di frontalieri in entrata dai valichi continuerà ad aumentare, non si può pensare che la situazione cambi.
I numeri parlano chiaro: da anni tra Agno e Magliaso vengono registrati 26.000 transiti giornalieri, da lunedì a sabato,
e la domenica le cifre non sono di tanto inferiori. Ecco perché il progetto della rete tram-treno assume un’importanza ancora maggiore, in quanto si prefigge di portare gli utenti da 7.000 a 20.000 al giorno. Il progetto, con il prolungamento della linea FLP fino a Manno e fino in centro a Lugano, con corse ogni 10 minuti, attende il via libera dall’Ufficio federale dei trasporti.
Purtroppo sarà da vedere quante opposizioni al progetto si tramuteranno in ricorsi che freneranno ancora una volta l’iter. Tra le opposizioni, anche quelle del tutto incomprensibili di alcune associazioni ambientaliste che, opponendosi allo smantellamento di parte della tratta esistente (su cui qualche dubbio può anche essere lecito), rischiano però di procrastinare un progetto essenziale per la nostra regione volto a favorire i mezzi pubblici quale più che valida
alternativa al trasporto privato. Senza unità non si può sperare che il progetto vada a buon fine.
* Candidato al Gran Consiglio per Avanti con Ticino &Lavoro