CANTONALI 2023
Caroni: "Cosa ci dice il caso Credit Suisse e cosa deve fare la politica federale"
Per il candidato de Il Centro va assolutamente rivisto il sistema di remunerazione dei top manager, che incassano premi milionari anche in caso di cattiva gestione. "Introduciamo piuttosto dei bonus-malus"

di Paolo Caroni*

Lo scandalo di Credit Suisse ha suscitato indignazione e preoccupazione per la perdita di reputazione della Svizzera. Il sistema bancario svizzero, un tempo sinonimo di affidabilità e serietà, ha subito gravi danni a causa di scelte personali sbagliate e dell'arroganza di una certa élite finanziaria.

Il caso di Credit Suisse solleva anche domande sulla vigilanza e il controllo delle autorità finanziarie. In particolare, penso alla FINMA, che sembra essere stata troppo preoccupata a rendere complicata e burocratica la vita dei semplici cittadini che intendono prelevare qualche migliaio di franchi in contanti piuttosto che occuparsi dei ripetuti incidenti e scandali che toccano i grandi attori della finanza.

Un altro aspetto critico è il sistema di remunerazione dei top manager che prevede bonus milionari senza alcuna conseguenza in caso di cattiva gestione. Questo approccio ha creato una forma di capitalismo distorto, in cui i manager possono incassare enormi somme indipendentemente dalle performances delle società da loro gestite. Troppo facile assumersi rischi spropositati con i soldi altrui! Al contrario, bisognerebbe introdurre un sistema bonus-malus per i top managers, in modo da poter rispondere ad eventuali perdite in caso di gravi negligenze di gestione. Un sistema del genere potrebbe garantire una maggiore responsabilizzazione ed incentivare una gestione più prudente.

Infine, mi auguro che la politica federale, dopo aver salvato Credit Suisse dal tracollo (che avrebbe causato ancora maggiori conseguenze per la piazza finanziaria, per i cittadini e per l'economia svizzera) risolva al più presto la situazione creatasi: una megabanca troppo grande e troppo influente sul mercato svizzero. Una sana concorrenza tra più istituti bancari imporrebbe di dividere una simile banca in realtà più piccole, permettendo di evitare in futuro altre situazioni "too big to fail".

Nell'interesse dell'economia e della reputazione della piazza finanziaria svizzera, spero vivamente che la politica abbia ora il coraggio di adottare tali misure.

*candidato per il Centro per Consiglio di Stato e Gran Consiglio

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