BERNA - Il Covid non è finito e l'Ufficio Federale della Sanità Pubblica continua a cercare prodotti atti a combattere al meglio la pandemia. Non tutti rispondono al vaccino, è ormai assodato (i casi anche in chi ha ricevuto due o tre dosi sono comunque in numero importante) e, pensando a chi non lo fa per problemi al sistema immunitario (per esempio, coloro che si sono sottoposti a un trapianto di organi o di cellule staminali, i pazienti affetti da malattie croniche che devono assumere medicamenti che inibiscono il sistema immunitario o anche le persone con difetti immunitari congeniti), ha stipulato un contratto con AstraZeneca per un farmaco preventivo.
Si tratta di una combinazione anticorpale tixagevimab/cilgavimab. I due anticorpi a lunga durata d’azione sono impiegati congiuntamente per prevenire la COVID-19. Questo medicamento protegge per almeno sei mesi da un’infezione da COVID-19. La Confederazione assume i costi della terapia preventiva finché non sarà rimunerata dall’assicurazione malattie obbligatoria. I primi medicamenti saranno disponibili per determinati pazienti a rischio, che non rispondono al vaccino (e dunque spesso non possono nemmeno riceverlo) a partire da maggio 2022.
Questo medicamento non è ancora stato omologato e può essere prescritto solo in via eccezionale. L’ordinanza 3 COVID-19 prevede alcune deroghe alla procedura di omologazione ordinaria purché il medicamento in questione permetta, secondo i dati disponibili, di prevenire e contrastare la COVID-19. La domanda di omologazione è stata presentata a Swissmedic a inizio febbraio.