BELLINZONA – Laura Sadis torna a farsi sentire, per chiarire quello che a suo avviso è un equivoco: “Io ero, sono e resto liberale”, “non ho invitato i liberali-radicali a votare scheda socialista”, chiarisce in una lettera inviata a La Regione, il giornale che aveva pubblicato l’intervista che ha scatenato la polemica.
Sadis spiega di aver detto che i simpatizzanti di area socialista ci penseranno prima di disperdere il loro voto accordandolo ad altre forze di sinistra, per non rischiare di perdere il seggio. “Una reazione di compattamento delle forze che abbiamo peraltro già visto in passato”, prosegue.
Che il PS resti in Governo è comunque importante, a suo avviso: “Se il centrosinistra venisse escluso dalla responsabilità di governo l’azione politica sarebbe ostacolata, se non paralizzata, da continui lanci di referendum. Uno scenario non auspicabile per chi ha a cuore un Ticino che riesca a progredire”.
“Per la cronaca ero, sono e resto liberaleradicale. Ma non rinuncio certo alla mia libertà d’espressione se interpellata da un giornalista e ciò nel pieno ed elementare rispetto dei valori liberali”, prosegue, non risparmiando un attacco al suo partito : ”Se il mio partito, come non solo è lecito ma auspicabile, mira a riconquistare il secondo consigliere di Stato e a rafforzare i suoi rappresentanti in Gran Consiglio lo faccia con la sua forte identità e le idee, tanto preziose in questi tempi di populismo imperante. Non solo con la calcolatrice in mano. Riconoscere la storia e la cultura politica degli altri, seppur avendo opinioni diverse, rende più civile e liberale un paese”.