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27.01.2017 - 15:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Lugano, si prospetta un braccio di ferro? L'Ambrì e quell'asticella forse troppo alta

Dopo le contestazioni, abbiamo tastato il polso delle piazze delle due ticinesi di hockey. I bianconeri continuano a volere la testa di Habisreutinger, i biancoblu si accontenterebbero della salvezza

LUGANO/AMBRÌ - Nell'hockey, quasi una settimana senza partite è qualcosa di inusuale. Una pausa che certamente può far bene al fisico dei giocatori, ma che in questo momento è caduta nel periodo peggiore per le due ticinesi. Le abbiamo lasciate, infatti, in crisi di risultati, e soprattutto, in piena contestazione. Lugano e Ambrì, da sempre rivali, hanno più cose in comune di quanto pensino, in questo frangente della stagione: si trovano più in basso in classifica di quanto sperassero (soprattutto i bianconeri, che si qualificherebbero ai playoff con l'ultimo posto disponibile), e hanno le tifoserie contro. O meglio, il pubblico di Valascia e Resega si lamenta. Ad Ambrì uno striscione, non il primo di questa stagione, accusava la società di essere muta e la squadra inguardabile, mentre a Lugano è andato in scena un botta e risposta fra la curva che chiedeva la testa del ds Habisreutinger e la società che aveva risposto, stizzita. Ed ora, com'è la situazione? Tastando il polso dei tifosi poco è cambiato. I bianconeri rimangono per lo più fedeli a quanto affermavano un paio di settimane orsono, al momento dell'avvicendamento in panchina fra Shedden e Ireland. La prima vittoria di quest'ultimo, ai rigori, aveva fatto gridare al miracolo, ma razionalmente un successo ottenuto dopo neppure un giorno alla guida di una squadra e per di più ai rigori non può essere una sentenza, e il weekend successivo lo ha dimostrato. Al tecnico serve tempo. Intanto, sul banco degli imputati, c'è Habisreutinger. «In seguito all’esonero degli ultimi allenatori, ulteriori vittime di questa scellerata gestione societaria, troviamo inaudito che dal 2009 ad oggi, dopo stagioni molto imbarazzanti e non degne del nostro amato Lugano, abbiano dovuto pagare tutti, tranne uno degli “alti” responsabili. Non solleviamo da colpe gli allenatori o i giocatori e questa nostra protesta non è volta a loro, ma alle alte sfere, che come al solito scaricano le loro responsabilità sui soliti soggetti, sperando nel nulla. La gestione attuale conta un obbiettivo raggiunto in 10 anni, giusto per fare un accorgimento», avevano scritto i tifosi in una nota. «Non riusciamo e non possiamo tollerare che una persona responsabile come il nostro DS-Roland Habisreutinger, non si assuma/non voglia assumersi le responsabilità che lo riguardano, inoltre dicendo che gli unici a cui deve rendere conto sono i membri del CdA! Noi chi siamo? Dove è finito tutto questo rispetto di cui sempre si è parlato in questa gestione? Sarà tutta facciata?». L'ultimo passaggio riguarda il fatto che il ds, nel corso della conferenza stampa di presentazione di Ireland, avesse detto di fare autocritica, appunto, con la società e non davanti ai microfoni. Sempre cordiale, il canadese si era mostrato in quell'occasione particolarmente nervoso. La società ha preso la sue difese, però la contestazione, anche se i gruppi organizzati non confermano, potrebbe continuare. Si prospetta un braccio di ferro fra Mantegazza e fans, con in mezzo Habisreutinger? Chi cederà per primo? Soprattutto, quali ripercussioni potrebbe avere tutto ciò sulla squadra? Ad Ambrì, l'obiettivo playoff si allontana, ma, parlando coi tifosi sembra che la società abbia puntato più alto rispetto alle ambizioni della piazza. Vincere piace a tutti, è evidente, e finire nelle prime otto, come non accade da anni, sarebbe un sogno per tutti i fans leventinesi. Alla Valascia c'è però la consapevolezza che le risorse economiche sono limitate, e dunque si accontenterebbero di raggiungere la salvezza. Il traguardo prefissato, insomma, appare a molti troppo ambizioso. E il tecnico Kossmann? In pochi gli imputano colpe, perché il vero problema dell'Ambrì è sempre quello economico, che porta, secondo molti tifosi, a una mancanza di giocatori di un certo spessore. Alcune sconfitte contro compagini blasonate sono ritenute preventivabili e accettabili. L'idea di seguire i cugini bianconeri e di cambiare guida tecnica non è prioritaria per il pubblico di fede biancoblu (anche se a volte si fatica a capire se Kossmann abbia effettivamente lo spogliatoio con sé o meno). Oltretutto, per sostituirlo servono risorse, che l'Ambrì fatica ad avere. Qualcuno ipotizza, semmai, un cambio nel momento in cui una scossa potrebbe essere inevitabile, ovvero magari poco prima di eventuali playout. I tifosi rimangono convinti che i biancoblu sapranno dare il massimo nel momento clou della stagione, come spesso accaduto. Una piazza arrabbiata, dunque, ed una pronta ad accontentarsi della salvezza, senza voli pindarici. Lugano e Ambrì, in questo momento si pongono così: questa sera il ghiaccio, e rispettivamente Berna e Zugo oggi e Friborgo e Langnau domani, parleranno.
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