Cronaca
20.12.2016 - 14:260
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
Il cordoglio e la rabbia. «Oggi tutti solidali, domani chi vuole chiudere le frontiere è razzista. Siamo in guerra!»
La minaccia terroristica rimane alta in Europa, anche se la Svizzera non pare essere un obiettivo. A Berlino i morti sono 12, nessuna vittima svizzera. L'attentatore non è il profugo afgano arrestato
BELLINZONA - I tragici fatti avvenuti ieri, dalla sparatoria nel centro islamico a Zurigo sino all'assassinio del diplomatico russo in Turchia e all'attentato di Berlino, dove un camion ha falciato la folla presente a un mercatino di Natale, causando 12 morti e 48 feriti, hanno sconvolto il mondo.
La Polizia cantonale ha condannato fermamente il vile attentato avvenuto nel mercatino di Natale a Berlino, unendosi al cordoglio già espresso dalle autorità federali, ed ha diffuso un lungo comunicato. «Le autorità federali e cantonali preposte alla sicurezza sono in stretto contatto per analizzare la situazione. Fedpol in particolare è in contatto con le autorità germaniche per stabilire un eventuale collegamento tra i fatti avvenuti in Germania e la Svizzera. Possibilità questa al momento priva di fondamento. Attualmente, come comunicato dal Dipartimento federale degli affari esteri, non vi sono indicazioni di vittime svizzere e quindi pure ticinesi nell'attentato berlinese.
Nonostante l'ultimo tragico evento di Berlino, la valutazione della minaccia terroristica non cambia per la Svizzera. Anche alla luce degli attentati terroristici perpetrati in Europa dal 2015 e le continue attività terroristiche di gruppi e organizzazioni jihadiste, la minaccia terroristica rimane alta, anche se la Svizzera non è un obiettivo prioritario di possibili attacchi. Ci si deve però aspettare ulteriori atti di questo genere in Europa che possono variare da azioni da parte di singoli autori o piccoli gruppi, ad operazioni più complesse e più ampie. Sulla base delle valutazioni del Servizio delle attività informative della Confederazione, dell'Ufficio federale di polizia - fedpol e delle Polizie cantonali che analizzano la situazione in modo continuo, vengono coordinate eventuali decisioni relative a dispositivi di sicurezza da mettere in atto.
In relazione alla realtà cantonale, il rafforzamento di misure specifiche per luoghi con presenza massiccia di persone sono già state prese negli scorsi mesi e vista l'attualità permangono attive. La loro valutazione è continua ed eventuali adattamenti sono costantemente vagliati in collaborazione con le Polizie comunali e i partner federali. Per ragioni operative e di necessario riserbo non vengono forniti ulteriori dettagli sui dispositivi in atto o a venire».
Anche i politici hanno espresso il loro cordoglio sui social.
Norman Gobbi ha postato: «Ieri sera il nostro Continente è stato nuovamente colpito, laddove fa più male e siamo più vulnerabili: nel cuore della nostra quotidianità natalizia. A Berlino lo scenario scelto da un folle attentatore è stato un mercatino di Natale. Ancora una volta voglio ribadire che queste tragedie non devono condizionarci e non devono privarci delle nostre libertà! Continuerò a lottare per la nostra sicurezza. Un pensiero alle vittime di questo atto criminale, brutalmente ideato ed eseguito».
Evidente la rabbia di
Roberta Pantani: «Oggi sono tutti Zurigo, Berlino e Ankara. Domani riterranno ancora inutile, razzista e populista controllare le frontiere e limitare l'immigrazione».
Si unisce al cordoglio anche
Paolo Beltraminelli. «Strage di Berlino, un'altra tragedia, un duro colpo al cuore poco prima di Natale, una preghiera per le vittime, solidarietà con la Germania».
Ironico
Boris Bignasca: «Il califfato islamico di Europistan è sempre meno sicuro.. sarà sicuramente tutta colpa di quei cattivoni populisti che vogliono più controlli alle frontiere e sull'immigrazione in generale!»
Marco Romano invita a pensare alla sicurezza svizzera. «Ankara, Zurigo, Berlino... numerosi altri fatti violenti nel corso dell'anno. Tanto clamore e poi si gira subito pagina. La società va velocissima. Qualche migliaio di chilometri oltre è ancora peggio. Restare impassibili è sbagliato e pericoloso. Non si può e deve combattere l'intolleranza con la tolleranza, in nessun momento e luogo! Orrore, villania e violenza mortale non possono essere repressi solo con il garantismo e la prevenzione! La sicurezza della Svizzera e dei suoi valori è priorità!».
Filippo Lombardi ha affidato il suo messaggio a un'immagine: tre cuori, nero, rosso e giallo, come i colori della bandiera germanica, e la scritta: «Be strong Berlin».
Drammatico il commento di
Tiziano Galeazzi: «Strage di Berlino: Bisogna agire!!! Le preghiere non servano a nulla ....va rafforzata la sicurezza in Europa. Vogliamo o no mettercelo nella testa Vogliamo o no capirlo che siamo in guerra? Cosa si scrisse dopo Parigi e Nizza? Le stesse parole che tutti oggi scrivono sui giornali, portali e social. Scrissi in un post in luglio dopo Nizza: - "oggi parole di sconforto e di solidarietà da parte di tutti ma fino al prossimo attentato e se non si farà nulla ben presto arriverà"-. Eccolo, purtroppo puntale e con la stessa tecnica sei mesi dopo. Non abbiamo imparato nulla dalle esperienze nefaste avute di recente. La colpa è nostra x l' incompetenza. Loro ovviamente se ne approfittano di queste nostre mancanze e debolezze con seghe mentali sul buonismo e l'integrazione a priori. Purtroppo restano in vantaggio sempre 1 a 0 contro di noi».
Intanto, pareva che l'attentatore di Berlino fosse un profugo afgano di 23 anni, di nome Naved D., giunto nel paese attraverso la rotta balcanica, ma lo stesso ha detto di non essere coinvolto e la Polizia tedesca ha ammesso di aver arrestato la persona sbagliata. Si cerca ancora il vero autore della strage.