Cronaca
27.01.2017 - 12:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Un 14enne problematico alla base delle tensioni. «Ma alla scuola di Chiasso la situazione è sfuggita di mano»
Due episodi di violenza in pochi giorni, con protagonista lo stesso giovanissimo eritreo, hanno scosso le medie della cittadina. Parla il padre di uno dei ragazzi picchiati, accusato di essere xenofobo
CHIASSO - Negli scorsi giorni, alcuni episodi di violenza avevano scosso le scuole medie di Chiasso e, logicamente, i genitori dei ragazzi che la frequentano. Coinvolto, in entrambi i casi, un giovane eritreo di 14 anni, giunto in città come richiedente l'asilo.
Il ragazzo dapprima avrebbe litigato con un compagno dopo un lancio di palle di neve nel piazzale della scuola, dove il ragazzo avrebbe sferrato una testata. Le voci di bullismo erano subito corse in rete, smentite dal DECS, ma poi, pochi giorni dopo, lo stesso giovanissimo eritreo era stato protagonista di un altro episodio, una rissa con un ragazzo che da un paio d'anni non frequenta più le medie ma che vi era giunto in motorino. Fra i due ci sarebbe stata acredine nata da una serata in palestra al Midnight Sport.
Il ragazzo africano ha problemi comportamentali accertati, e la scuola ha convocato il plenum e visitato le classi. Gli allievi avrebbero detto di avvertire delle tensioni a sfondo razziale, e il Corriere del Ticino ha accusato un uomo di Chiasso, di idee vicino alla Lega, di alimentarle.
Liveratv.ch l'altro giorno ha raggiunto quest'uomo, che è il padre di uno dei ragazzi picchiati. Ha raccontato i retroscena di quanto accaduto. «Il giovane eritreo continua a cercare scontri con gli altri allievi, e in più è alto un metro e 80 ed è chiaro che fisicamente ha la meglio. Era già stato coinvolto nei giorni scorsi nella rissa a causa di una palla di neve, dove aveva picchiato un 11enne».
Sabato sera al Midnight ecco l'altro episodio, che il genitore ha svelato. «Avevano messo una musica eritrea e un amico angolano di mio figlio adottivo si è messo a ballare. Il 14enne lo ha minacciato pesantemente dicendogli che non doveva ballare la musica del suo paese. La cosa sembrava finita lì. Ma lunedì mezzogiorno suonano il campanello di casa mia e al citofono mi dicono: fai scendere tuo figlio. Vado giù io, allora, e mi trovo il 14enne eritreo con un altro ragazzo. Gli ho detto di lasciare in pace i miei figli, che siamo persone che vogliono vivere tranquille e che per me la cosa finiva lì». Poi nel pomeriggio, però, «un altro eritreo dice a mio figlio più piccolo: "quando finisce la lezione ti spacco la faccia". Così il mio figlioccio è andato a prendere il fratellino per proteggerlo, non in motorino, ma a piedi, e poi è nato il litigio nel piazzale: il 14enne eritreo gli ha dato una testata in faccia facendogli sanguinare il naso, e lui ha reagito tirandogli un pugno».
A chi gli rimprovera di essere razzista, ammette di essersi lasciato scappare una sola frase, pronunciata dopo aver visto il figlioccio a terra colpito dalla testata. «Gli ho detto "negro di m---a", ma poco dopo, al Pronto soccorso, dove sono stati portati entrambi i ragazzi, ho chiesto scusa al 14nne e ai suoi genitori. Testimoni gli agenti di polizia che ci hanno accompagnati in ospedale». Ha spiegato di avere amici di diverse etnie, e dunque di non sentirsi né xenofobo né razzista. «Alla scuola di Chiasso la situazione è sfuggita di mano: ci sono diversi eritrei problematici, e un gruppo di ragazzi siriani che regolarmente si mettono in piazza a lanciare uova contro la macchine. È intervenuta anche la polizia ma loro continuano. A voi sembra normale?» ha concluso.