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Cronaca
03.02.2017 - 12:370
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Tutti insieme per il LAC, ma nessuno è contento. Il PPD dice sì obtorto collo, il PS contrario alla "cadregopoli"

Entreranno nel Direttivo Koch, Carruba, Grassi, Pesenti, Masoni e Cassina. Il PS: «non accettiamo che chi è stato bocciato a maggioranza possa entrare». Il PPD: «delusi da socialisti e Verdi»

LUGANO - Tutti insieme appassionatamente. Il Consiglio Direttivo del LAC si allarga, e trova un posto per ogni candidato, cercando di mettere d'accordo i partiti e chi voleva qualcuno di autonomo dalla politica. Dunque, nominati d'ufficio saranno Roberto Badaracco, Michele Foletti e Lorenzo Sganzini, candidati proposti dal Municipio, che il Consiglio Comunale dovrà approvare, saranno Hans Koch e Salvatore Carrubba, die due super partes. Poi, grazie alla possibilità di cooptare altri membri, entreranno Patrizia Pesenti, Giovanna Masoni Brenni, Roberto Grassi e Diego Edoardo Cassina, i primi tre proposti rispettivamente da Lega, PLR e PPD, il quarto dall'UDC (il famoso Mister X). Un compromesso che non piace a tutti, anzi. Il PPD, che pur vede entrare nel direttivo il suo candidato, Grassi, spiega che «la soluzione di compromesso faticosamente delineata non ha certamente trovato un'accoglienza entusiasta in seno al nostro Gruppo». Ritenendola pragmatica, ha deciso comunque, obtorto collo, di aderire piano concordato. «Noi ora vogliamo che a Lugano si torni a parlare dei veri problemi della città e a cercare di risolverli. E per poterlo fare è indispensabile mettersi alle spalle i risentimenti e ricucire i rapporti. Alcune tematiche importanti sono già all'ordine del giorno del Consiglio comunale di lunedì sera», affermano i pipidini, citandone alcuni. Per quanto riguarda il LAC, «è importante aiutarlo a diventare un polo culturale di primo piano a livello nazionale e internazionale». Non manca un attacco, «è pertanto con grande delusione che abbiamo dovuto apprendere della volontà dei Gruppi PS e Verdi di tentare per l'ennesima volta di smarcarsi, di non assumersi le proprie responsabilità e di fare riaffiorare la politica in una vicenda tanto delicata, nella quale ora si deve privilegiare il pragmatismo. La candidatura Pesenti è stata e continua purtroppo a essere lacerante al loro interno. Siamo pure dispiaciuti che, nonostante tutte le assicurazioni del caso, sia mancata una corretta comunicazione verso i media. E siamo consapevoli che qualcuno ne vorrà ancora approfittare per parlare a sproposito di intrallazzi o corsa alle poltrone, nascondendo il fatto che per Statuto i membri del Consiglio direttivo non ricevono alcun compenso: chi vi siederà, lo farà a puro titolo volontario!". L'augurio è che «sul Consiglio direttivo del LAC si possa voltar pagina e tornare a occuparsi di politica: quella vera». Il PS, chiamato in causa dal PPD, è decisamente contrario. «Noi diciamo no, perché crediamo nella necessità di un agire corretto e trasparente, anche in politica. Il Gruppo PS in Consiglio Comunale a Lugano conferma la sua opposizione all'accordone raggiunto tra i principali partiti per la nomina del Consiglio Direttivo dell’Ente Autonomo LAC. Un accordone che, come noto, prevede un allargamento dell'Ente, un'aggiunta di poltrone, in modo che tutti i candidati di Municipio e partiti "possano sedersi al tavolo. Insomma, quella che dalle nostre parti si definisce come una "cadregopoli"», scrive a sua volta una nota. La contrarietà non viene dalla nomina di Carruba, Koch e i tre membri di diritto, a cui i socialisti augurano buon lavoro, bensì da quelle di Masoni, Pesenti e Grassi: «non possiamo accettare che chi è stato formalmente bocciato a maggioranza da una votazione democratica in un consesso legislativo possa ritrovarsi ad occupare quella carica per cui è stato rifiutato, perché accettare ciò significherebbe togliere autorità e rispetto al legislativo. Non possiamo accettare che dei ricorsi cadano perché barattati con altro (infatti, per poter approvare i membri, dovranno essere ritirati i due ricorsi, uno di alcuni cittadini, l'altro del PLR)». Quanto accaduto, proseguono, «non è senz’altro un buon esempio di politica, né civile né etica; tutti concordiamo che sia giunto il momento di passare oltre alla vicenda LAC per occuparsi di problemi ben più importanti, ma riteniamo che chiudere la faccenda contrattando e mercanteggiando non rechi nessun onore al consesso democratico di cui facciamo parte in rappresentanza di tutti i cittadini»: si sarebbe potuto trovare, ribadiscono, un altro modo. Il PS precisa di tenere al LAC, quale importante centro culturale e ricchezza cittadina ed è proprio per questo che «non possiamo accettare che esso cominci a camminare da solo non con la dignità che gli spetta, ma con la vergogna di un accordo che mostra l’incapacità di sanare i conflitti politici e superare il protagonismo in favore di un bene collettivo più ampio».
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