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Cronaca
25.03.2017 - 13:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"La colpa è ancora dei disoccupati, pigri e rigidi?". Ma dall'Italia concordano, "insopportabile il piagnisteo di chi non ci prova neppure"

Le reazioni all'articolo-riflessione di ieri sul lavoro. Tra dignità, formazione e ironia su Siccardi, si scopre che ticinesi e italiani spesso non la pensano allo stesso modo...

BELLINZONA – Per trovare lavoro e combattere la grande piaga della disoccupazione, essere più flessibili, osare cercare lavori che non corrispondano alla propria formazione, sapersi vendere. È la tesi di una nostra lettrice, cui abbiamo dato spazio ieri, che come prevedibile ha scatenato alcune reazioni.

La maggior parte degli utenti ticinesi che hanno preso la parola via Facebook non si sono detti d’accordo, anche se qualcuno ha sostenuto di ammirare chi ti ferma per strada per chiedere un lavoro.

Qualcuno, ironicamente, ha anche scritto: “fossi in Siccardi manderei in giro lettere cosi ogni settimana” (garantiamo comunque che Siccardi proprio non c’entra…).

“Il lavoro e i lavoratori hanno una dignità. Allora perché non lavorare gratis?”, provoca un utente.

Qualcuno, dati alla mano, sostiene che il parere della lettrice sia superficiale, e le contesta, per esempio, il passaggio in cui ritiene che una laurea in informatica apra un mondo ai giovani: “un informatico in Ticino ha le stesse chances di trovare lavoro di un oceaonologo”. Poi prosegue: ”il nostro adorabile governo poi ci parla di un problema di formazione. Tu fai l'apprendisto di parrucchiera... ma fai la cameriera perché non trovi lavoro visto che i posti sono tutti occupati da chi accetta meno e forse non è formato. e i camerieri i mandiamo a fare i commessi, che a a loro volta faranno gli idraulici, ecc, ecc.... e se non hai una formazione specifica ti pagano meno... e i salari scendono”.

“Se tutti seguissero i consigli di questa signora, ci si dovrebbe solo saper "vendere bene" (accidenti, suona male..) e nessuno sarebbe più interessato a studiare, tanto la laurea non servirebbe più”, afferma un’altra donna, toccando un tema che in effetti avevamo sollecitato anche noi alla nostra interlocutrice.

La quale ha detto di ritenere i ticinesi, lei compresa, un po’ viziati. Un tasto probabilmente dolente, stando al commento di un’altra utrice:  “come se per risolvere il problema della disoccupazione bastasse essere elastici... in pratica è ancora colpa dei disoccupati, perché pigri, non formati e rigidi?”

Non tutti, però, sono in disaccordo con la tesi. “Il Ticino sta scoprendo di non essere su Marte, il ticinese sta scoprendo di essere sul pianeta terra ed in Europa. La Svizzera si "livellerà" con gli altri stati d'Europa. Non ci saranno più privilegi, ci saranno gli stessi problemi di tutta Europa. È tempo di rimboccarsi le maniche e di smetterla di piangere”.

Nell’opinione, si diceva che in Italia i laureati fanno senza problemi i camerieri. Anche diversi cittadini di oltre frontiera, spesso impegati in Svizzera, hanno detto la loro, trovandosi più vicini alla tesi della nostra lettice.

“Trovo insopportabile il piagnisteo di chi, con la scusa della crisi, non tenta almeno di migliorare la propria condizione”, scrive qualcuno, che poi argomenta: “In primo luogo, trovo assurda la moda di utilizzare il CV formato europeo: in questo modo non si è fatto altro che omologare la presentazione storica del proprio percorso. Io sono per l'originalità a trecentosessanta gradi, pertanto, se è vero che, un buon CV è un buon biglietto da visita, allora sia il più personale possibile. Secondo aspetto fondamentale, l'audacia... osservate il vostro comportamento con amici e parenti, cercate quindi di affinare le vostre peculiarità, senza essere egocentrici, un giusto equilibrio di porsi nei riguardi di estranei, è sempre da preferire. Concludendo: ritengo che, esser intraprendente non significa necessariamente invadente o arrogante, ponetevi con garbo ma, assolutamente vietato elemosinare il lavoro, cadreste nello squallido gioco di chi sostiene il dumping salariale”. Un tema ampio anche quello dei curriculum vitae, spesso difficili da redarre. Secondo un’utrice, devono essere il più personali possibili ma adattabili al datore di lavoro cui vengono indirizzati.

E un altro: “il tempo dei privilegi è finito.. in un mondo globalizzato... si è costretti a competere con i vicini di casa... in questo caso l'Europa”.

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