Cronaca
13.05.2017 - 16:010
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Da Bello Figo ai timori per la libertà di espressione. Ecco la sinistra, dai comunisti ai socialisti, tra interpellanze, interventi e interrogazioni
Giovani Comunisti, Massimiliano Ay del Partito Comunista, esponenti socialisti a livello comunale e cantonale vogliono saperne di più sui fatti che hanno portato all'annullamento del concerto. "Siamo preoccupati"
LUGANO – Quando il concerto di un rapper a molti sconosciuto fino a ieri (a proposito, forse Bello Figo ha ricevuto più pubblicità dall’annullamento della sua serata che se avesse cantato davvero al WKND) coinvolge la politica. Alla sinistra non è piaciuta la modalità, e comunicati e interpellanze sono partiti a raffica, ieri sera.
Prima hanno preso posizione i Giovani Comunisti. “Ci chiediamo come sia possibile che la Polizia Cantonale non possa garantire la sicurezza dei cittadini che vanno a un evento del tutto legale. Questi estremisti di destra rappresentano davvero una minaccia così seria? Se sì la Polizia e il governo devono dirlo chiaramente perché fa impressione constatare che in Ticino dei fanatici possano permettersi di minacciare velatamente un attentato (!) ad un luogo pubblico, e invece di essere individuati e pesantemente condannati si arrivi a soddisfarne addirittura i propositi. Temiamo che quanto accaduto possa rappresentare un “precedente” che mina la libertà di riunione dei cittadini”, hanno scritto.
A stretto giro di posta, anche il partito “maggiore”, quello Comunista, si è fatto sentire. Come i suoi giovani, anche Massimiliano Ay ha messo in discussione l’opera artistica del rapper, ma il tema non è quello. In un’interrogazione inviata al Governo, ha chiesto su che basi il Cantone ha deciso che non era in grado di garantire la sicurezza. “Presumo che gli estremisti autori delle minacce siano noti agli inquirenti e ritenuti evidentemente molto pericolosi per la pubblica sicurezza. In caso contrario dubitiamo che si fosse arrivati all’annullamento dell’evento. Questa supposizione corrisponde al vero?”, ha poi chiesto.
Ay vuol poi sapere se il Servizio attività informative della Confederazione (SIC) abbia consigliato in qualche modo la Polizia, e che cosa sarebbe successo se il locale avesse deciso, anche con decisione contraria delle forze dell’ordine, di realizzare la serata: a quali costi sarebbe andata incontro, se fosse stato necessario un intervento di Polizia?
“Non si ritiene che, assecondando le rivendicazioni tese all'annullamento dell'evento, si vada a legittimare e rinforzare la pretesa del presunto gruppo neo-nazista che ha diffuso il volantino di poter influenzare il corretto svolgersi di un evento ricreativo (e la scelta artistica del locale) in base a minacce derivanti da odio razziale? Non si ritiene insomma che quanto accaduto possa rappresentare un “precedente” che potrà minare la libertà di riunione dei cittadini?”, aggiunge, chiedendo poi cosa si può fare per arginare la problematica dei gruppi di estrema destra.
Ma non è finita qui. A livello comunale si è immediatamente mosso anche il PS, che con un’interpellanza firmata da Raoul Ghisletta, da Nina Pusterla, dalla capogruppo Simona Buri e da Carlo Zoppi ha chiesto al Comune di “informare sull’accaduto, sui rischi legati ad attentati e atti di violenza da parte di gruppi naziskin a Lugano e dii indicare come intende procedere per prevenire e combattere il fenomeno per mantenere sicura la Città e per consentire lo svolgimento di eventi normalissimi come l’evento annullato”.
Ghisletta è intervenuto anche a livello cantonale, assieme ad altri compagni di partito quali Gina La Mantia, Carlo Lepori e Lisa Bosia Mirra.
Parlando di un grave attacco alla libertà, si definiscono “profondamente preoccupati e indignati per quanto accaduto”. Chiedono al Consiglio di Stato:
1. Perché la polizia cantonale ha consigliato di cancellare l’evento?
2. La polizia è in possesso di informazioni sulla pericolosità di questi sedicenti gruppi naziskin?
o In caso positivo, perché non ha informato la cittadinanza e le autorità?
(Nelle riposte alle molte interrogazioni (r103.15, r108.15, r127.15) sulla presenza di gruppi neonazisti, il Governo ha sempre minimizzato il problema).
3. Il CdS non ritiene che con questo annullamento si crei un pericoloso precedente nei confronti di minacce e comportamenti squadristi?”