CRONACA
Regazzi attacca i Verdi: la mattina dopo, loro attaccano lui. Il tempismo, scusate il gioco di parole, ai tempi dei social!
Il Consigliere Nazionale aveva dedicato ieri un post al partito, che oggi è uscito con una dura nota dove lo accusa di voler continuare a vendere la birra nelle stazioni autostradali. "Quali sono gli interessi in gioco?"
BELLINZONA – Non è un periodo molto… Verde per Fabio Regazzi. Da un paio di giorni infatti il Consigliere Nazionale PPD sta battibeccando tramite comunicati e social col partito, il quale, come si sa, vive una profonda spaccatura interna e si trova ora confrontato con l’ipotesi di dover proseguire seppur controvoglia il matrimonio coi tre deputati che ha di fatto estromesso.

Ieri, dopo la notizia che il divorzio non si potrebbe fare, pena la perdita del gruppo e dei contributi, Regazzi aveva commentato su Facebook: “Non sarebbe il caso che i Verdi (che hanno quasi più presidenti - o coordinatori che dir si voglia - che deputati in GC) decidano cosa vogliono fare e poi lo comunicano al mondo una volta per tutte? Non se ne può più di questa telenovela, francamente anche un po' patetica. Comunque è proprio vero che la lingua batte dove il Denti duole...”

Casualmente, forse, i Verdi questa mattina avevano attaccato proprio Regazzi, reo di non difendere gli interessi delle persone che lo hanno eletto. Il motivo? “Nell’ultimo deplorevole episodio con la sua proposta di abolire il divieto di vendita di acolici in autostrada il Consigliere Nazionale ticinese si adopera a difendere gli interessi di chi gestisce le aree di sosta autostradali. Si tratta solo dell’ultimo increscioso episodio, preceduto dal precedente tentativo di allentare il divieto notturno di circolazione degli automezzi pesanti”.

Regazzi, infatti, “si batte come un leone per vendere birra agli automobilisti”, quando, secondo i Verdi, una parte degli automobilisti sarebbe d’accordo col divieto, e diversi studi abbiano provato “come la disponibilità di bevande alcoliche favorisca il consumo e che lo stesso, evidentemente, ha un impatto devastante dal punto di vista degli incidenti stradali”.

“Ma nonostante questo, ci sono personaggi che per incassare 4 franchi su ogni birra sono disposti a vendere l’anima al diavolo”, prosegue la nota. “La domanda da farci è quella di capire da chi vogliamo farci rappresentare, quali sono i interessi in questa iniziativa e in ultima analisi chi è che è disposto a sacrificare il bene collettivo per vendere qualche birra in più”.

Un attacco frontale, insomma!

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