Cronaca
29.11.2016 - 21:280
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
«Rusconi, grazie per la sincerità». «Non è vero nulla, che questo non sia un alibi»
L'ex Consigliere Nazionale Pierre Rusconi sostiene che l'UDC ha sempre saputo che il 9 febbraio non fosse applicabile. Le reazioni di Regazzi e Marchesi
BELLINZONA - Prima il delegato per le relazioni esterne della Camera di commercio Michele Rossi aveva detto al Corriere del Ticino che "Prima i nostri", così come (indirettamente) il 9 febbraio, non sono applicabili. E in effetti non è un'opinione nuova. Poi ci sono state le dichiarazioni di Pierre Rusconi, e quelle hanno fatto rumore. A Radio 3iii, in merito al 9 febbraio, l'ex Consigliere Nazionale ha detto papale papale di non aspettarsi niente dalla sessione alle Camere federali, in quanto l'UDC sapeva sin dall'inizio che l'iniziativa era inapplicabile. In pratica, la campagna era stata lanciata perché mediaticamente forte e per dare un segnale al Consiglio Federale, ma la vittoria alle urne ha sorpreso tutti.
Un'uscita, quella di Rusconi, che ha suscitato scalpore. Rimanendo dalle parti di Berna, Fabio Regazzi, Consigliere Nazionale PPD, ha tuonato via Facebook: «Quella di proporre iniziative popolari che poi si rivelano inapplicabili (a meno di snaturare la volontà popolare) sta diventando una brutta abitudine, sia a livello federale che cantonale: oltre alla citata iniziativa contro l'immigrazione di massa, pensiamo a quella sui salari minimi differenziati o su "Prima i nostri". Invece di prendersela con chi dice la verità (si veda in proposito l'intervista di Michele Rossi apparsa oggi sul CdT), forse sarebbe il caso di chiamare in causa i promotori di queste iniziative che fondamentalmente sono ingannevoli perché propongono soluzioni illusorie e inattuabili. La nostra democrazia diretta è uno strumento valido e prezioso, ma non bisogna strapazzarla in questo modo. In ogni caso una nota di merito a Pierre Rusconi per la schiettezza e la sincerità».
In serata, è arrivata sempre via social la replica del presidente dell'UDC ticinese Piero Marchesi, che ha lanciato un appello ai rappresentanti del nostro Cantone. «Star lontano dalla politica attiva non fa proprio bene al nostro Pierre! Le sue dichiarazioni sono legittime da cittadino libero, ma ritengo necessitino di qualche precisazione, non tanto a lui (che giustamente andrà avanti a dire quello che crede), ma a quei politici che approfittano di questa uscita per crearsi un falso alibi, per il fatto che quasi certamente andranno a votare nei prossimi giorni la variante light dell'applicazione del 9 febbraio: è applicabile eccome, basterebbe votare la proposta di legge dell'UDC presentata dal Senatore Föhn. Invece essi preferiranno certamente le non soluzioni quali la versione "light" o "light plus". Solo i nomi qualificano l'efficacia delle proposte. Se l'UE non fosse d'accordo con l'applicazione rigorosa potrà eventualmente disdire gli accordi bilaterali. Ma sappiamo tutti che non lo faranno mai, perché anche loro hanno interessi nei vari accordi, sicuramente più di noi».
"Consiglio dunque a questi politici, che pensano di aver trovato l'alibi che permetta loro di votare contro gli interessi del Ticino (perché tanto l'ha detto Rusconi), che loro, a differenza di Rusconi, sono ancora in carica a Berna per difendere i nostri interessi. I ticinesi si aspettano che facciano un lavoro serio senza giocare a nascondino!», ha concluso.