Cronaca
10.07.2017 - 16:540
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
ESCLUSIVO Ecco il video della notte calda a Ponte Chiasso. Quei "200 o 300 giovani ticinesi che arrivano già ubriachi o con le birre nello zaino", sono un problema
Il gerente del Bar Agorà dove la 30enne ha dato in escandescenze racconta la sua versione. E emerge una problematica di cui vuole parlare con la Municipale Colombo Regazzoni. "Mettiamo dei controlli alle frontiere, sono disposto a collaborare". GUARDA IL VIDEO
PONTE CHIASSO – “Guardi, non è andata come è stato riferito, e sono pronto a raccontare tutto”. È un fiume in piena, il gerente del Bar Agorà di Ponte Chiasso, quello dove venerdì una 30enne comasca ubriaca ha dato in escandescenze. “L’abbiamo mandata via, siamo stati noi a chiamare la Polizia che con diversi agenti non è riuscita a fermarla. Ci ha pensato una persona che era nel locale, un agente svizzero, a bloccarla e a farle mettere le manette. Mi ha fatto danni, ha spaccato tutto. E la gente è venuta a vedere che cosa stava succedendo, però non c’è stata nessuna rissa. Qualcuno ha detto addirittura che i poliziotti li hanno dispersi con una pistola, non è affatto vero. E poi ho deciso io di chiudere il locale, non mi è stato imposto”.
La notte di follia, descritta dal Corriere di Como, che vi abbiamo raccontato questa mattina (vedi suggeriti), per il gerente dunque è un episodio isolato. E TicinoLibero ha avuto, in esclusiva, anche il video dell’accaduto.
Ma quanto successo venerdì ha aperto un nuovo tema, di cui si parlava poco: i giovanissimi ticinesi che vanno a Ponte Chiasso a ubriacarsi. Una problematica che preoccupa, per esempio, la Municipale Sonia Colombo Regazzoni.
“Nella piazzetta c’erano almeno 150 o 200 persone, e succede sempre così quando ci sono feste, durante il weekend”, ci racconta una persona che lavora per un altro locale, appena dopo la frontiera. Ticinesi ve ne sono? “Io vedo gente attraversare la dogana, non so se sono ticinesi. Sono giovani, spesso giovanissimi. E sono in molti a bere, una cosa fuori di testa, poi fanno casino e si menano. Non è certo una bella immagine per i locali”, prosegue. “Anche sui treni combinano di tutto, vomitano, sporcano. In preda ai fumi dell’alcol, d’altronde, e forse non solo”.
Il gerente dell’Agorà è più preciso. “200-300 persone arrivano dalla Svizzera. Il problema è che spesso sono già ubriachi quando passano la dogana, oppure comprano le birre e i superalcolici poco prima di entrare in Italia. Si riuniscono a bere nella piazzetta”. Come mai, secondo lui? “Secondo me, ci sono due fattori. Passando la frontiera si sentono meno controllati, e non hanno paura della Polizia italiana, mentre di quella svizzera sì. E qui da noi la birra si può vendere già a 16 anni, mentre da voi no”.
Nel suo bar, ci assicura, non entra nessuno che abbia meno di 16 anni. “Bisognerebbe introdurre dei controlli alla dogana. Sono pronto a collaborare, a mettere a disposizione delle persone. In merito ai controlli, ho contattato la signora Colombo Regazzoni, con cui non ho ancora potuto parlare perché era in riunione”.
Quello dei giovani ticinesi che vanno a divertirsi, se così si può chiamare, a Ponte Chiasso, è un problema per il nostro interlocutore. “Non voglio più lotte per quello. Do ragione alla signora Municipale, se avessi una figlia di 12 anni probabilmente sarei preoccupato pure io, ma ripeto che servono controlli: gli agenti controllano gli zaini, una volta, due, poi non viene più nessuno. Ricordo che un po’ di tempo fa è venuto un papà ticinese a cercare la figlia 12enne, non si trovava da nessuna parte e alla fine era alla piazzetta di cui le ho parlato, quasi in coma etilico. A 12 anni, a notte fonda!”. E secondo lui, non gira solo alcol. “Devo dire, però, che si tratta di ragazzi educati, se si dice qualcosa non si viene aggrediti. Però venerdì se fosse scoppiata una rissa con tutta quella gente non so… e penso soprattutto a chi non è solo ubriaco”.
Lui, l’invito a Sonia Regazzoni Colombo l’ha lanciato. Vedremo se verrà raccolto.