Cronaca
26.10.2017 - 11:280
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Dietro la sospensione dell'agente c'era il DSS! Bernasconi conferma la sua versione, ma un'email lo smentisce
È stato il direttore della Divisione dell'azione sociale e delle famiglie a chiedere alala Securitas di sospendere l'ex agente Argo, a titolo cautelativo. Ma al Corriere del Ticino dice che "l'idea è stata di Securitas, e l'ho ritenuta adeguata. Beltraminelli non sapeva niente"
BELLINZONA – È stato il DSS, o meglio, il direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, Renato Bernasconi, a chiedere di sospendere l’ex agente della Argo, ora impiegato presso Securitas, dal suo lavoro.
La Regione svela l’email, inviata mercoledì scorso, a Stefano Moro, capo di Securitas, con copia alla funzionaria del DSS, responsabile del servizio richiedenti l’asilo, già tirata in ballo per le famose cene a Bormio (dalla cui inchiesta non era emersa nessuna colpa). La richiesta è semplice: “A seguito delle informazioni apprese dai media ti chiediamo, a titolo cautelativo, di non voler impiegare presso la PCI di Camorino il vostro agente XY al fine di tutelare l’integrità delle informazioni a carattere confidenziale che riguardano gli ospiti presenti nei centri”.
Dunque, non è vero che è stata la Securitas a prendere l’iniziativa, e che il DASF ha semplicemente dato l’ok, come aveva dichiarato lo stesso Bernasconi al quotidiano bellinzonese.
Bernasconi è stato intervistato sulla vicenda dal Corriere del Ticino, ha insistito sulla sua versione: “Quando è uscito l’articolo sul Corriere del Ticino, Stefano Moro mi ha contattato perché la persona citata nell’articolo è un loro agente e lavorava – fino a settimana scorsa – al centro per richiedenti l’asilo di Camorino. Di conseguenza, il direttore di Securitas ha voluto condividere con me la decisione di sospendere, transitoriamente, il dipendente dallo svolgimento di quello specifico compito fintantoché non avesse condotto gli accertamenti del caso”. E lo ripete in più di un passaggio, parlando di sospensione o meglio, “dell’attribuzione temporanea dell’agente ad altri compiti” (che non è avvenuta perché, a sentire la ditta, non c’erano altre posizioni in cui impiegarlo), adeguata.
Prima dell’articolo del Corriere del Ticino, spiega, non sapevano che l’uomo lavorasse presso Securitas. E, dettaglio importante, Paolo Beltraminelli non è stato informato della decisione della sospensione, “poiché si tratta di un aspetto operativo che non compete al consigliere di Stato”.
Il reintegro a tempo di record? “Moro mi ha confermato che la persona interessata verrà reintegrata poiché dagli accertamenti effettuati da Securitas non è emerso nulla di particolare e di questo sono sollevato in quanto la normalità è stata ristabilita”.