Cronaca
29.01.2018 - 11:220
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Un protocollo senza... Europa. Locarno toglie il vessillo, Buzzini: "siamo discriminati, pensiamo alla blick list, oltre ai problemi con l'Italia"
Nessuno ci aveva fatto caso, ma già dallo scorso anno la bandiera europea non viene più esposta a Locarno il 5 maggio. Se ne era discusso a lungo in Gran Consiglio, il leghista ha portato e fatto approvare (senza unanimità) la proposta per quanto concerne il Comune
LOCARNO – Ricordate la battaglia epica in Gran Consiglio, in particolare tra Tiziano Galeazzi e Jacques Ducry, sull’esposizione della bandiera europea in occasione della giornata dell’Europa, del 5 maggio?
Da un vessillo si era passati a un dibattito fiume sul significato della bandiera europea, con il socialista che parlava di un omaggio all’Europa e alla sua storia, mentre da destra si contestava il fatto che lo stesso simbolo è stato adottato anche dall’UE (“la Svizzera vuol far capire che ci piace e la slinguazza”, aveva detto per esempio Boris Bignasca). Un tema che poteva apparire, di fronte ad altri, di minor importanza, se non simbolica, che aveva catalizzato il Gran Consiglio, che poi “salvò” la bandiera.
Ma a Locarno hanno deciso diversamente. Già lo scorso anno il 5 maggio negli edifici comunali furono esposte solo le bandiere comunali, cantonale e federali, ma nessuno se ne era accorto. Il Corriere del Ticino oggi ha notato la modifica del protocollo relativo alle bandiere stesse.
Ciò che conta, è che della bandiera europea non vi è più traccia. Come mai? La proposta è venuta dal Municipale leghista Bruno Buzzini, che a liberatv.ch spiega: “Ho portato io questa proposta e alcuni colleghi l’hanno condivisa (ma non vi è stata l’unanimità, ndr). Da convinto anti-europeista, ero e rimango contrario all’esposizione della bandiera sugli edifici pubblici. I motivi sono diversi: la Svizzera è ancora discriminata, essendo nella black list fiscale dell’UE, per esempio. Ma ci sono anche i mai risolti problemi di mancata reciprocità con l’Italia, con gli accordi che continuano a slittare…”.
Per i curiosi, il protocollo citato è conosciuto ma molto rigido, e spiega come comportarsi quando un ticinese, o ancor meglio un locarnese, per esempio, viene eletto a cariche importanti: elezione di un ticinese in Consiglio Federale, sia il giorno dell’elezione che del ricevimento bellinzonese (come accaduto con Cassis), elezione di un locarnese in Consiglio di Stato, per il giorno del giuramento, oltre ad altre ricorrenze come il primo d’agosto o il digiuno federale.