Politica
29.01.2018 - 16:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Ducry furioso, "tanto vale esporre due bandiere della Svizzera e una della Lega. Sono deluso dagli esponenti di centro"
In Gran Consiglio aveva lottato per continuare a far esporre la bandiera europea, che Locarno ha invece ammainato, il 5 maggio. "È la prova di un certo 'primanostrismo', ma senza l'Europa sarebbero ancora un villaggio di pescivendoli". Bignasca vuole che Lugano segua la stessa via
LOCARNO – Il comune di Locarno non espone la bandiera dell’Europa il 5 maggio: se il Gran Consiglio aveva deciso, dopo grandi discussioni, di non abolire il vessillo europeo, in riva al Verbano, su proposta del municipale leghista Buzzini, lo hanno fatto.
Jacques Ducry, che si era a lungo battuto per mantenerla, è furibondo e scandalizzato, soprattutto pensando al fatto che Locarno “ha ospitato la conferenza sulla pace negli ’20, ospita ogni anno il Festival internazionale del Film, ricevendo crediti e personalità da tutta Europa e non solo, ed è una città turistica, aperta”, ha detto a liberatv.ch, sbottando poi: “a questo punto che mettano due bandiere svizzere e una bandiera della Lega! Con tutto il rispetto per una decisione democratica da parte di un Esecutivo, questa scelta dimostra come parte del Ticino continui ad involvere su posizioni piccole, piccole, da “primanostrismo”. Se non ci fossero l’Europa e gli europei Locarno sarebbe ancora un villaggio di pescivendoli!”.
Un attacco durissimo, che certamente non farà piacere ai locarnesi, di qualsiasi idea siano sul tema (ed anche politicamente).
Ducry ricorda come la bandiera viene esposta per la giornata dell’Europa, che nulla ha a che fare con l’UE. Quel che gli dispiace, è che dei rappresentanti di partiti di centro abbiano sostenuto la proposta di Bruno Buzzini (proprio quei partiti di centro che lo avevano aiutato a vincere in Parlamento).
Lo consolerà il fatto che nessuno se la sente di riproporre il tema e votare di nuovo in Gran Consiglio: chi è per non esporre la bandiera europea è una minoranza, e non potrebbe cambiare gli equilibri.
Però a livello comunale non è detto che altri non tentino di seguire la strada. Un altro leghista, Boris Bignasca, entusiasta della scelta locarnese, vorrebbe che Lugano seguisse l’esempio.