LOCARNO – La uccise, ma finse che la donna si fosse suicidata. Due anni dopo, probabilmente l’intervento di un prete, oltre al senso di colpa, ha mosso qualcosa nel 48enne del Locarnese finito in manette per la morte dell’ex moglie, ritrovata morta nel 2016 nel Bellinzonese, tanto da fargli confessare alla Polizia la tremenda verità.
Ovvero, che non era stata la donna, da cui aveva divorziato un paio di anni prima, a togliersi la vita. Era stato lui a soffocarla, per poi tagliarle le vene dei polsi per far sì che tutti credessero a un gesto estremo. Così era stato archiviato, dato che nessuno aveva trovato prove.
Il movente pare sia finanziario, in quanto i due discutevano per gli alimenti e il 48enne aveva dei debiti.
A sorpresa, in manette è finita anche una 39enne di origine straniera, seconda moglie dell’uomo che ha confessato. Non si sa di preciso che ruolo possa avere avuto nel delitto, lei si processa innocente.