CRONACA
Si mescolano le carte. Torna in auge il progetto dei privati?
Il Tribunale Federale stoppa la costruzione degli hangar provvisori: bisognerà dimostrare che servono. Si dovrà trattare con Tarchini

LUGANO – Alt, fermi tutti. Una sentenza del Tribunale Federale potrebbe rimescolare le carte nel futuro dell’aeroporto di Lugano.

Il Tribunale federale ha infatti ordinato al Tribunale amministrativo federale) di rianalizzare il caso dei due hangar provvisori. Se nel 2017 era stato detto di sì, e recentemente, non senza polemiche, il Consiglio Comunale aveva dato il suo via libera al credito di 6 milioni, le mutate condizioni, ovvero un aumento di passeggeri meno importanti di quello che era stato previsto. Il Tribunale federale stesso ha motivato la sua decisione ricordando che, come regolato dal Piano settoriale dell’infrastruttura aeronautica (PSIA), “gli edifici provvisori che non soddisfano la concessione sono ammessi solo in motivati casi eccezionali ed essi devono essere necessari al mantenimento dell’esercizio e non devono ostacolare l’ampliamento degli impianti aeroportuali”.


Quindi, dovrà essere l’aeroporto a provare che i due hangar servono. Per il direttore Maurizio Merlo, non vi sono dubbi, anzi, spiega al Corriere del Ticino,”proprio SkyWork ci ha chiesto di poterli utlilizzare per la manutenzione degli aerei che verrebbero portati a Lugano”.


Ora cosa succederà? La palla, usando un termine sportivo, è nel campo di Dario Kessel. L’imprenditore è infatti colui che, essendo proprietario di alcuni terreni in zona, aveva inoltrato il ricorso. Ed è anche uno dei privati che potrebbero essere interessati, assieme ad un altro imprenditore di spicco, Sergio Tarchini, all’aeroporto. Già delineato anche che cosa vorrebbero fare: nella parte nord vi sarebbero degli hangar, l’area potrebbe ospitare il punto franco e diventare una sorta di polo aeronautico, radunando le aziende del settore. Kessel vorrebbe anche un albergo, in onore alla compagnia aerea da lui stesso fondata, la Sunshine. Costi? Cinquanta milioni di franchi, di cui trenta per gli hangar e venti per l’hotel. La condizione era proprio che gli hangar provvisori non venissero costruiti.


L’aeroporto e il sindaco Marco Borradori ora dovranno trovare un accordo con Kessel per proseguire sulla loro strada, ovvero quella di edificare gli hangar, ma il progetto privato potrebbe tornare fortemente alla ribalta. Una pista che Borradori non esclude: “I rapporti (con Kessel, ndr) o - sono ora molto buoni e per noi è un’opportunità trattare con loro. Facendo astrazione di questa sentenza direi, ma mi esprimo a titolo personale, che non tutti i mali vengono per nuocere”.

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