CRONACA
"Le leggi possono essere applicate senza violenza". Petizione per "restare umani"
Il gruppo di cittadini che ha reso nota la storia della donna eritrea e dei suoi due figli, oggetto di un'interrogazione di Pronzini, raccoglie firme da inviare al Governo

BELLINZONA – La storia è ormai nota, portata a conoscenza della gente da un gruppo di professionisti di vari ambiti, in particolar modo sanitario e scolastico. Si tratta di Francine Rosenbaum (etnologopedista), Romina Gentilini-Mengoni, (referente interculturale per le scuole), Elena Conelli ( psicoterapeuta), Sultan Filimci (docente di scuola media), Lara Robbiani Tognina (attiva in ambito sociale e umanitario), Paolo Buletti (logopedista) e Simone Cornaro (oftalmologa). 

Il loro testo, il racconto del prelevamento alle 2 di notte di una donna eritrea e dei suoi due bambini di 8 e 4 anni per essere portati a Zurigo e caricati su un aereo, nonostante le lacrime di lei e il vomito di loro, e la minaccia di rimpatriarli legati e imbavagliati, si legge ovunque. In molti si sono indignati, la Polizia ha detto che si trattava di un normale volo, la politica si è mossa con un’interrogazione di Matteo Pronzini.

Adesso, quello stesso testo è divenuto una raccolta di firme, dal titolo “Non si può più stare a guardare senza reagire! Restiamo umani! Le leggi possono esser applicate, senza violenza! Siamo al buio”. E viene riportato tout court, come ha colpito tanti.

“Noi cittadini e cittadine non ci riconosciamo in questo scoraggiamento sistematico della speranza, in questo palese disprezzo dei diritti dei bambini, in questa mancanza totale di riguardo per l'umanità fragile. Chiamiamo in causa non solo i poliziotti che hanno dato seguito agli “ordini” ma anche chi richiede e legittima questa violenza istituzionale”, si legge a un certo punto.

Sulla piattaforma charge.org, la possibilità di firmarlo. Le sottoscrizioni saranno poi inviate al Governo.

In un giorno, ha raccolto quasi 900 firme. Non si chiede di non far rispettare le leggi, ma di farlo in un certo modo.

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